Rompendo gli indugi e sfidando i suoi avversari, la sindaca uscente Virginia Raggi chiede un dibattito televisivo con gli altri aspiranti al Campidoglio. «A un mese dalla prima tornata elettorale è inaccettabile che i cittadini non possano conoscere i programmi di chi si candida ad amministrare la città, confrontare le persone e poter scegliere liberamente», afferma Raggi. Che poi insinua: «Probabilmente tra i candidati c’è chi ha paura del confronto. Se così fosse questa persona evidentemente sarebbe inadatta a governare Roma».

IL FATTO È CHE, al di là della antica diffidenza dei grillini per gli studi televisivi, le regole non scritte delle competizioni elettorali vogliono che a chiedere i confronti sia il candidato che è costretto ad inseguire. Il che, in questo caso, sarebbe confermato dal fatto che per il momento soltanto Carlo Calenda abbia raccolto l’invito di Raggi. Dallo staff di Roberto Gualtieri fanno sapere che il candidato del centrosinistra non si sottrarrebbe. Difficile che accetti quello del centrodestra Enrico Michetti, che in precedenti occasioni analoghe precedenti non ha brillato (ha abbandonato il palco durante il confronto organizzato dall’associazione degli architetti, all’inizio della campagna elettorale). I sondaggi in effetti sembrano confermare che Michetti, nonostante una campagna elettorale fin qui senza guizzi, sarebbe in testa. Lo spareggio per andare al ballottaggio contro di lui vedrebbe in vantaggio Gualtieri. L’ultimo rilievo sulle intenzioni di voto è quello fatto da Opinio Italia per la Rai: Michetti è dato tra il 29 e il 33%. Roberto Gualtieri è tra il 22 e il 26%, ma proprio Raggi (data al 19-23%) e Carlo Calenda (al 15-19%), i due che spingono per il dibattito televisivo, non sarebbero lontani.

I NUMERI in mano alle forze politiche grossomodo coincidono con questi. Con Gualtieri che sembra avvantaggiarsi grazie alle liste che lo sostengono, la candidata del Movimento 5 Stelle che ha ancora una parte della periferia dalla sua parte e Calenda che farebbe tesoro del voto disgiunto. Se il municipio del litorale di Ostia e la popolosa Tor Bella Monaca sembrano confermare la loro fiducia a Raggi. Però, in molti municipi al di fuori del centro Gualtieri ha recuperato terreno. E soprattutto nella parte sud della capitale, i due candidati se la vedranno all’ultimo voto. Così si spiega la polemica sul radicamento in periferia tra Raggi e Gualtieri dei giorni scorsi. E la scelta di Raggi di intraprendere fin da oggi, a cominciare proprio da Ostia, un viaggio per i quartieri di una città che mai come in questi anni, e non solo a causa della pandemia, sono apparsi separati e isolati tra loro. «Sarà l’occasione per fare conoscere ai cittadini quanto fatto finora, i miei progetti e le mie idee per il futuro della nostra città – annuncia Raggi – La prima tappa sarà Ostia, sul litorale di Roma. Qui abbiamo combattuto i clan criminali come gli Spada per riportare legalità e servizi sul territorio».

IL SONDAGGIO di Opinio dà le altre liste tra il 5 e il 9%. Tra queste c’è pure quella di Potere al popolo che questa mattina, in piazza del Campidoglio, presenta la sua candidata sindaca Elisabetta Canitani e la lista che la appoggerà. Ieri Cgil, Cisl e Uil di Roma hanno presentato il loro patto della città, da sottoporre ai candidati sindaci. Contiene un giudizio molto duro sull’amministrazione uscente: «Roma è nei fatti una città senza governo, allo sbando completo – sostengono i sindacati – La capitale sta vivendo un decadimento economico, sociale, culturale che ha origini profonde e le cui cause ancora adesso non vengono affrontate dall’amministrazione comunale e dalla classe dirigente cittadina». Dal Pd accoglie con favore anche Marta Leodori, capogruppo alla Regione Lazio. E aderisce Paolo Berdini, candidato sindaco per la lista Roma ti riguarda, sostenuta anche da Rifondazione comunista: «C’è bisogno di un cambio di impostazione radicale, dopo oltre trent’anni di privatizzazioni selvagge che hanno provocato un disastro sociale – afferma Berdini – Con le periferie abbandonate a se stesse ed il centro storico trasformato in un immenso luna park senza regole per i turisti, dove vivere e lavorare diventa sempre più difficile».