Non solo Raffaele Marra, anche l’altro fedelissimo, Salvatore Romeo, sta mettendo nei guai la sindaca di Roma. E sono guai giuridici. Ieri si è appreso infatti che Virginia Raggi è indagata per abuso di ufficio anche in relazione alla nomina di Romeo a capo della sua segreteria, nell’agosto dell’anno scorso. Per la nomina del fratello di Marra, Renato, a capo del dipartimento turismo del Comune, la sindaca è invece indagata sia per abuso di ufficio che per falso in atto pubblico. Romeo sarà interrogato nelle prossime ore. Raffaele Marra è in custodia cautelare in carcere.
L’origine dell’inchiesta della procura di Roma è rintracciabile nel memoriale che l’ex capo di gabinetto di Raggi, Carla Raineri (magistrato di Corte d’appello a Milano), ha presentato al procuratore di Roma Pignatone subito dopo essere stata revocata dall’incarico (sulla base di un parere negativo dell’Autorità anticorruzione, ritenuto strumentale da Raineri e successivamente smentito dalla Corte dei conti). Nel mirino la delibera che il 9 agosto scorso consentì a Romeo di passare da funzionario del dipartimento partecipate del comune a dirigente capo segreteria a stipendio triplicato (successivamente la stessa Anac ha imposto una riduzione da 120 a 93 mila euro, Romeo ha rinunciato all’incarico dopo l’arresto di Marra).

Nella ricostruzione di Raineri, si trattò di una delibera su misura di Romeo, arrivata direttamente in giunta senza passare dal Gabinetto del sindaco (al cui vertice c’era proprio la magistrata milanese). Nella delibera non era indicato chiaramente il nuovo stipendio del funzionario, che andava dedotto da una serie di richiami ad altre categorie contrattuali. Raineri sostenne di aver avvertito la sindaca che «attribuire a un dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile» poteva configurare una fattispecie di reato: abuso di ufficio. Precisamente quella per la quale adesso Raggi è di nuovo indagata.
Nel memoriale della ex capo di gabinetto della sindaca (incarico rimasto vacante dal settembre scorso) si sottolineava anche il fatto che la delibera disegnata per Romeo fosse stata fatta passare per le risorse umane approfittando delle ferie della capo ufficio e che il parere dell’avvocatura comunale era contrario. Potrebbe aver dato nuovo impulso alle indagini la vicenda delle due polizze vita (da 30 e 3mila euro) sottoscritte da Romeo come investimento, nelle quali il funzionario comunale e attivista grillino ha indicato Raggi come beneficiaria in caso di morte. Raggi, interrogata per otto ore giovedì scorso proprio mentre sul sito dell’Espresso usciva la storia delle polizze, ha sostenuto con i magistrati di non essere stata informata da Romeo (Romeo conferma). E la procura, secondo quanto riportato da alcuni giornali, non avrebbe trovato traccia di un’attività corruttiva o penalmente rilevante dietro le polizze; Romeo però sarà interrogato in relazione alla sua promozione nello staff della sindaca.
Nel frattempo il vicepresidente della camera Luigi Di Maio, riferimento politico di Raggi nel vertice del M5S, ha consegnato al presidente dell’ordine dei giornalisti una lista di cronisti autori di articoli sgraditi. Non risulta però aver proceduto con le annunciate querele.