Virginia Raggi in difficoltà alla vigilia dello sciopero dei sindacati contro la sua amministrazione. Ieri nel M5s è stato tutto un susseguirsi di attacchi (il ministro Spadafora) e difese (l’ex ministra Barbara Lezzi) pro e contro Virginia Raggi. Alla fine è toccato a Luigi Di Maio cercare di calmare le acque annunciando un improbabile «disegno di legge pronto per dare poteri speciali, come nelle capitali europee».
Domani invece scenderanno in piazza Cgil, Cisl e Uil contro l’amministrazione Raggi e il suo assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. A scioperare con lo slogan «Roma non si liquida, contro il degrado il lavoro non si tocca» saranno i lavoratori di tutte le società partecipate dal Comune: Ama, Atac (che sciopererà dalle 20 a fine turno), Farmacap, Multiservizi, Aequa Roma, Zetema, Risorse per Roma, Roma Servizi, Roma Metropolitane (società in liquidazione). Nelle 18 aziende lavorano circa 24mila dipendenti di cui 8 mila di Ama e 11 mila di Atac. Lo sciopero non riguarda invece i dipendenti diretti del Campidoglio e le società partecipate di secondo livello come Fiera, Car, Centrale del Latte.
Alle dieci ci sarà il via alla manifestazione sotto al Campidoglio. Prevista la partecipazione di 5 mila persone, l’opposizione, i quasi 200 lavoratori di Roma Metropolitane a rischio licenziamento e quelli a rischio precariato. È la prima volta che scioperano i lavoratori dei servizi pubblici gestiti dal Comune: nel 2014 la protesta fu dei dipendenti diretti del Campidoglio.
Se la sindaca Raggi ha chiesto ai sindacati di fare dietrofront sulla protesta, il segretario della Cgil Maurizio Landini che domani sarà in piazza, le ha risposto: «Invece di chiedere di ritirare gli scioperi, sarebbe utile che il Comune accetti di discutere con i lavoratori il modo in cui risolvere i problemi. Lo sciopero credo avrà solidarietà da parte della città, perché la città vede che le cose non funzionano e c’è bisogno di cambiarle. È uno sciopero non per difendere qualche posto di lavoro, ma per mettere al centro della discussione un’idea diversa della città. Lo sciopero parte dal fatto che le aziende non stanno funzionando e c’è una responsabilità anche del Comune».