Virginia Raggi si presenta in mattinata al Parco delle Balene di San Basilio, storico quartiere popolare alla periferia nordorientale di Roma. Accanto a lei, e questo non era affatto scontato, c’è il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che in questo modo comincia il suo giro d’Italia elettorale proprio dalla contesa più pesante, dove compete con il centrosinistra.

GLI ULTIMI SONDAGGI darebbero la sindaca uscente testa a testa con Roberto Gualtieri per arrivare al ballottaggio. E così se ieri l’ex ministro dell’economia del secondo governo Conte ha aperto l’ultimo mese di corsa elettorale in pieno centro storico, alla Bocca della verità, Raggi prova a rilanciare lo schema che ha fatto la sua fortuna cinque anni fa, presentandosi come la sindaca delle periferie che costringono i partiti tradizionali all’interno della Ztl. E proprio Conte, interpellato su Gualtieri, afferma: «Gualtieri è stato un buon ministro ma Virginia Raggi ha fatto un lavoro serio e dobbiamo sostenerla». «Oggi il M5S è vicino a Virginia Raggi e ne chiede il rinnovo del mandato – scadisce Conte Chiedo a tutti i candidati di parlare ai cittadini in modo chiaro. Se ci sono stati errori esaminateli. Ma abbiamo tutte le carte in regola con Virginia Raggi». Poi si lascia sfuggire un grande classico della retorica politica veltroniana: «La sicurezza non è né di destra né di sinistra». L’ex presidente del consiglio e la sindaca non parlano da un palco vero e proprio: l’area è delimitata da qualche gazebo e il pubblico è costituito soprattutto dai candidati al consiglio comunale e ai municipi, visto anche il breve anticipo della sortita pubblica. Si esibisce forse per la prima volta nella forma di un comizio vero e proprio, più che di un intervento di fronte ai parlamentari o un discorso in conferenza stampa. Forse anche per questo inanella un paio di gaffe: parlando di trasporto pubblico cita l’Ama (l’azienda della nettezza urbana) invece che Atac e poi cita «Roma Capitale» volendo evidentemente riferirsi a «Mafia Capitale».

«GLI ESPONENTI delle altre forze politiche hanno lasciato Roma piena di debiti e senza servizi – lo anticipa Raggi – Sanno scrivere programmi ma poi non li sanno realizzare. E quando rubano i soldi, rubano soldi vostri». Conte dimostra di aver elaborato il discorso di Gualtieri, che tra le altre cose aveva accusato Raggi di aver trascurato le relazioni di Roma con le altre grandi città del mondo e di aver dato l’immagine di una capitale rannicchiata su sé stessa. «Il prossimo mandato servirà a rilanciare Roma anche a livello internazionale», assicura.

IL LEADER SI APPRESTA a celebrare molte tappe del suo tour elettorale senza troppa convinzione. Sa che difficilmente il M5S potrà ottenere risultati straordinari ma ci tiene a far passare il concetto che queste votazioni non ricadono sotto la sua giurisdizione, visto che il M5S che ha in testa non è ancora decollato e che solo nel caso di Napoli ha messo bocca sulla costruzione di alleanze e la scelta del candidato sindaco, che non a caso è Gaetano Manfredi, come Gualtieri suo ex ministro. E infatti nei giorni della rottura con Grillo, quando sembrava che la sua ascesa ai vertici del M5S fosse ormai largamente pregiudicata, Conte aveva assicurato che a Napoli avrebbe fatto campana elettorale per Manfredi «anche da privato cittadino». Ma il segnale del distacco è dato dalla scelta di nominare la squadra di vertice del M5S il mese prossimo. All’indomani della formalizzazione del ruolo di capo politico, aveva dato appuntamento per settembre. Nelle sue intenzioni l’insediamento dei vertici segnerà l’inizio del nuovo corso, ed è bene che questo avvenga dopo la scadenza elettorale.

A MARGINE, CONTE non può evitare la questione politica di questi giorni nel M5S: l’affaire Cingolani. «Ci vedremo a breve – dice – Non credo che le sue dichiarazioni sul movimento ambientalista siano state felici. Il movimento ambientalista ha avuto un grande ruolo. Penso ai Fridays for Future, io li ho incontrati subito. Noi siamo per un implemento delle rinnovabili, per le comunità energetiche, è una strumento convenientissimo. Con il ministro discuteremo di tutto. Ma sul nucleare bisogna tenere conto dei referendum che ci sono stati. Lo strumento del nucleare è non inclusivo, non democratico e ha un problema di sicurezza»