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Rafano nero, la radice grattugiata che piace al palato e alla salute

È un ortaggio che non è facile trovare nella grande distribuzione, mentre è più facilmente reperibile nei mercati contadini o negli orti famigliari. Si tratta del ramolaccio o rafano nero […]

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 26 novembre 2020

È un ortaggio che non è facile trovare nella grande distribuzione, mentre è più facilmente reperibile nei mercati contadini o negli orti famigliari. Si tratta del ramolaccio o rafano nero (Raphanus sativus niger), una pianta della famiglia delle Crucifere (la stessa dei cavoli e della senape) di cui si consumano le grosse radici con buccia nera (commestibile) e polpa candida e croccante. Il sapore è particolare, intensamente piccante e aromatico, grazie all’alto contenuto di vitamina C e di preziose sostanze solforate, note per la loro notevole capacità di agire beneficamente sul fegato e sulla secrezione della bile. La radice può essere consumata grattugiata come ingrediente di appetitose insalate miste oppure come rustico aperitivo, affettata e condita con sale e olio extra vergine d’oliva (meglio se la fate riposare per una giornata in frigo). Potete anche cucinarla in padella con olio, aglio e cipolla per un contorno delizioso.

Da non confondere con il cugino cren o kren (Armoracia rusticana), detto anche barbaforte, una pianta rustica e perenne (sempre appartenente alla benemerita e mai lodata abbastanza famiglia delle Crucifere) con la cui radice, grattugiata e mescolata con aceto, sale, pane ammollato, polpa di mela (talvolta maionese per i palati delicati) si preparano in Veneto e Trentino potenti salse che accompagnano bolliti, pesci e salumi. Salse la cui estrema piccantezza è spesso trasformata in leggenda nei racconti dei robusti mangiatori nordici. La radice di barbaforte, tuttavia, sta anche nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Basilicata e compare in parecchie ricette lucane, specialmente grattugiata fresca su verdure, formaggi e ragù. Anche questa radice si distingue per un buon contenuto di vitamina C, tanto che la medicina popolare la classificava come una delle «erbe da scorbuto». Il cren fu infatti usato per curare questa malattia, provocata da una carenza alimentare di vegetali freschi ricchi di vitamina C.

Con il rafano nero potete preparare uno sciroppo buono per la tosse. Disponete la radice affettata finissima a strati in uno scolapasta e cospargete con zucchero di canna o miele. Mettete lo scolapasta su una terrina e lasciate coperto per la notte. Il mattino dopo raccogliete lo sciroppo in un barattolo di vetro ben tappato da conservare in frigorifero. La dose: uno-due cucchiai da minestra al giorno.

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