Il «Rapporto Coop 2018», presentato ieri a Milano, offre uno spaccato sull’evoluzione dell’Italia e degli italiani, usando la lente dei consumi, misurando i cambiamenti nei comportamenti di spesa e l’evoluzione del retail. Che cosa significa il crollo (-27,9%) delle vendite di uove allevate in batteria? Chi sceglie di comprare zuppe pronte (+21%)? Come dovremmo interpretare il boom del biologico nei supermercati discount (+34,4%)?

IL RAPPORTO DÀ RISPOSTE non banali a queste domande, perché lo sforzo di analisi locale – parte del progetto Italiani.coop, il portale di ricerca e analisi sulla vita quotidiana dell’Ufficio Studi Coop – è capace di cogliere la dimensione globale. «L’Italia – spiega Coop – è un caso emblematico; dopo quasi 5 anni, la sempre più lenta ripresa (+1,2% la variazione attesa del Pil nel 2018 contro 1,5% effettivo del 2017) va a vantaggio di pochi, non risolleva le sorti della classe media e addirittura spinge ancora più in basso le condizioni delle famiglie in maggiore difficoltà».

FORTE DI UN OSSERVATORIO quotidiano sulle scelte di quasi 8,6 milioni di soci, il sistema Coop qualifica la ripresa economica come «ingiusta e non sostenibile». Secondo l’Ufficio studi stiamo assistendo a dinamiche capaci di aggravare e sclerotizzare le già ampie distanze sociali, economiche e geografiche: «Il 62% degli italiani che si trova nel 20% inferiore nella distribuzione del reddito è tale anche dopo 4 anni, una percentuale superiore di 5,5 punti rispetto alla media dei 36 Paesi Ocse». Le famiglie benestanti (il 20% degli italiani) consumano, in media, quasi quattro volte quelle più povere, 4.512 euro al mese contro 1.204. La spesa media, invece, è pari a 2.564 euro. Per i più poveri, l’insieme delle spese per la casa pesa fino al 45%.

«POLARIZZATI E DIVISI», scrive Coop, gli italiani adottano comportamenti diversi a seconda delle disponibilità economiche, del luogo in cui vivono, dell’età, dell’occupazione, del livello di istruzione e dell’approccio alla vita. Crescono i consumi dei più abbienti (+2,8%), del Nord e del Sud (+1%), delle famiglie con figli (+2%), ma vanno in negativo gli acquisti food dei più poveri (-4%), degli under 35 (-7%). Cresce l’incidenza delle vendite dei prodotti premium di quasi un punto percentuale e le vendite del discount (la quota di mercato è balzata dal 10% al 26% nel volgere degli ultimi dieci anni): non è un caso se mentre si fa più grande il carrello del lusso (+9,3%), dopo anni torna più importante anche quello dei prodotti di base (+2,1%).

E SE IL TREND DEL BIOLOGICO continua (più 4%, il Rapporto Coop segnala un altro fenomeno, legato al cibo pronto. Il ready to eat, tra i carrelli, fa registrare un +6%, e anche l’e-food è un’alternativa sempre più diffusa tra gli italiani: nei primi tre mesi del 2018, 3,5 milioni di italiani (+ 80% rispetto al 2017) è ricorso al food delivery, mentre l’online alimentare registra un balzo in avanti di un +34% nei primi sei mesi dell’anno. Non si cucina più, anche se il Rapporto non spiega se e in che misura questo dipenda dai ritmi di lavoro, dall’atomizzazione delle famiglie.

CHI COMPIE QUESTE SCELTE? Il 17% dei cittadini tra i 18 e i 65 anni sono considerati «esploratori». Hanno, cioè, comportamenti – e spesso valori – liquidi, si trovano a loro agio in una sperimentazione continua del nuovo. Alla polarità opposta si collocano i «nostalgici» (26% del campione intervistato dall’Ufficio studi Coop), che complice una condizione economica più incerta, mostrano una netta insoddisfazione per il lavoro e la vita in generale e guardano con nostalgia a un passato che aveva offerto loro affermazione sociale e sicurezza. Sono quelli che provano disagio per un presente che non li rassicura e anzi li mette spesso in difficoltà, e nutrono avversione per il futuro.

«QUESTI ITALIANI sono parte della classe media che ha sperimentato gli effetti più duri della crisi, non credono nella retorica del progresso. Sono i più delusi, livorosi nei confronti delle istituzioni» scrive Coop. «Stiamo vivendo una fase di grandi tensioni in ambito sociale ed economico – ha commentato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia -. La crescita si è quasi fermata e i consumi reali del primo semestre sono in calo. L’incertezza e il malessere riguardano una parte sempre più consistente della società italiana». La fotografia evidenzia in modo chiaro tutte le ombre. Senza bisogno di usare Photoshop.