Cultura

Radiocarbonio 3.0 una porta aperta sul tempo antico

Radiocarbonio 3.0 una porta aperta sul tempo antico

Scaffale Al centro degli studi di Talamo il tentativo di ottenere un sistema di datazione più preciso di quello tradizionale basato sul carbonio 14

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 30 luglio 2024

Sahra Talamo, professoressa di chimica all’Università di Bologna e direttrice del laboratorio di radiocarbonio Bravho, ha scritto per Raffaello Cortina – nella benemerita collana «Scienza e idee» fondata dal compianto Giulio Giorello – un saggio sullo studio degli eventi evolutivi intitolato Misurare la storia. La nuova linea del tempo dell’evoluzione umana (pp. 175, euro 19,00). L’obiettivo di questi studi è ottenere sistema di datazione più preciso di quello tradizionale basato sul carbonio 14.

QUEST’ULTIMO non riesce a raggiungere un’alta precisione nel periodo compreso tra 50 e 15mila anni fa, un periodo cruciale che corrisponde all’arrivo dell’Homo sapiens in Europa, alla convivenza tra Homo sapiens e Neanderthal e alla scomparsa dei secondi. Quando un individuo muore, se non ci sono inquinamenti, non scambia più carbonio con l’ambiente, per cui il suo carbonio 14 comincia a diminuire a causa del decadimento radioattivo, non venendo più reintegrato dall’esterno. Da qui la possibilità di datare reperti di origine organica in base alla diminuzione della frazione di carbonio 14.

Confrontando la frazione di carbonio 14 di un campione da datare con quella di materiale organico recente si può calcolare il tempo trascorso dalla morte dell’individuo da cui il campione deriva. Avvalendosi di questo metodo tutti i materiali organici possono essere datati, ovvero la grande maggioranza dei reperti: carbone, legno, semi, ossa, conchiglie, coralli, vasellame, polline, tessuti, resine.

LA DATAZIONE con il metodo del radiocarbonio è stata sviluppata negli anni ’40 del XX secolo e da quel momento ha straordinariamente arricchito la conoscenza e la comprensione della cronologia degli eventi riguardanti gli studi paleo-ambientali e archeologici.

A rafforzare l’importanza del metodo concorre l’elevata precisione delle datazioni, dovuta allo sviluppo che il metodo ha avuto in tempi recenti in altri campi di applicazione, principalmente la paleo-astrofisica e la paleo-climatologia, stimolando fortemente la ricerca tecnologica.

Il metodo consente di ricavare datazioni assolute, in contrapposizione al concetto di datazione relativa, ha aperto finestre sui periodi di transizione, migrazioni e cambiamenti ambientali. «La datazione al radiocarbonio è una chiave che apre le porte del tempo – scrive l’autrice – che ci aiuta a ricostruire e comprendere le complicate storie ambientali e culturali che si celano dietro i resti organici, consentendoci di penetrare nelle profondità della storia umana e dell’evoluzione ambientale».

Talamo ha messo a punto una versione aggiornata e potenziata del metodo che si chiama Radiocarbonio 3.0. I risultati dei suoi studi hanno mostrato per la prima volta nella storia un legame tra la presenza di esseri umani e le diverse fasi climatiche dell’ultima glaciazione, che potrebbe avere rilevanti conseguenze nello studio su larga scala dei movimenti e delle fasi di sviluppo della storia umana più antica.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento