Mentre M49 fugge tra le montagne alpine facendosi beffe del Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, nell’areale dell’Orso bruno marsicano si lavora per creare le condizioni per la pacifica convivenza tra uomo e orso.

Gli ultimi 50 orsi marsicani, una sottospecie ormai a rischio estinzione più del Panda, vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nei territori limitrofi e ci hanno abituati a “incursioni” in paesi alla ricerca di cibo. Senza mai creare alcun reale pericolo per l’incolumità di abitanti o turisti, sono diventati quasi un’attrattiva per le zone interne dell’Appennino abruzzese. Ma alla lunga alcuni comportamenti di orsi “confidenti” possono rappresentare un problema, a dire il vero più per l’animale che per l’uomo, e perciò devono essere correttamente gestiti, come sanno bene gli operatori del Parco.

Così, anche nell’estate 2019, il Wwf ha organizzato 4 campi di volontariato per la tutela dell’Orso. Da fine luglio a fine agosto, decine di giovani provenienti da tutta Italia si sono ritrovati nei Campi per l’Orso organizzati dall’Associazione in collaborazione con l’Oasi Wwf Riserva Naturale Regionale Gole del Sagittario, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, i comuni di Anversa degli Abruzzi (AQ), Settefrati (FR) e Castel San Vincenzo (IS). Durante queste vacanze verdi i volontari sono impegnati in attività di conservazione, comunicazione e sensibilizzazione: da incontri pubblici per la cittadinanza e i turisti sulle buone pratiche di coesistenza, a momenti di animazione ed educazione per i più piccoli, fino ad azioni sul campo tese a ottenere miglioramenti ambientali per l’Orso, come la pulizia di sottopassi utili al movimento dei plantigradi e alla loro espansione in nuovi territori, il recupero di piante per l’alimentazione, le operazioni di monitoraggio, la presenza sui sentieri escursionistici per dare informazioni utili ai turisti sui corretti comportamenti da tenere in montagna. Fondamentale, poi, il supporto dei volontari alla distribuzione e al montaggio di recinti elettrificati a tutela di stazzi, allevamenti, apiari e pollai: leggeri fili alimentati con pannelli solari che, quando gli orsi li sfiorano, rilasciano una debole e innocua scossa elettrica mettendoli in fuga. «Stiamo lavorando dentro e fuori la nostra Oasi», dichiara l’infaticabile Sefora Inzaghi, direttrice dell’Oasi Wwf Gole del Sagittario che da sempre studia l’Orso sulle montagne abruzzesi. «È un lavoro molto impegnativo perché consegniamo i recinti e aiutiamo gli allevatori a montarli e metterli in funzione. Per quanto ci è possibile, cerchiamo di accontentare tutti perché è necessario aiutare chi sceglie di continuare a vivere e lavorare in questi luoghi. Grazie ai fondi messi a disposizione dal Wwf Italia, dalla nostra Oasi e dalla Regione Abruzzo, con piccole cifre, è possibile garantire la convivenza tra uomo e Orso, proteggendo questo splendido animale e, al tempo stesso, assicurando il protrarsi di attività sostenibili e importanti per la nostra comunità». Non vi è dubbio che la sfida per la tutela di una delle specie simbolo della natura italiana si affronti anche in questo modo. Recentemente il Wwf Italia ha lanciato il Progetto Orso2x50 che, chiedendo aiuto agli attori presenti sul territorio, ha coinvolto tutti in una sfida ambiziosa: raddoppiare il numero di individui di Orso bruno marsicano entro il 2050 per fare in modo che anche le future generazioni possano continuare a provare l’emozione di vedere una mamma orsa portare a spasso i nuovi cuccioli dell’anno in un ambiente naturale tra i più belli d’Europa.

* Vicepresidente nazionale Wwf