«Alfano fa il suo mestiere, ma lo fa male. Iniziative come quelle di ieri sembrano una forma di accattonaggio elettorale da parte di formazioni politiche con l’acqua alla gola. Purtroppo sono manovre giocate sulla pelle delle persone. Al ministro mi sento di dire solo una cosa: si faccia un esame di coscienza, sia come uomo che come ministro, e probabilmente farà delle cose diverse». E’ durissimo il giudizio che Antonio Garullo esprime sulla decisione annunciata dal ministro degli Interni di impedire ai comuni la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. Lui e il suo compagno Mario Ottocento (sono entrambi artisti, nel 2012 realizzarono un’installazione in cui il corpo di Berlusconi giaceva in una teca alla maniera dei papi e dei santi) sono stati la prima coppia italiana a essersi sposata all’estero. Era il 1 giugno del 2002 e le nozze si celebrarono in Olanda, primo paese europeo ad avere una legge che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso. «Dodici anni dopo sentire un ministro che ancora vuole vietare i matrimoni omosessuali rappresenta un salto indietro nel tempo», commenta.

Però Alfano dice che, visto che l’Italia non ha una legge sui matrimoni omosessuali, è illegale riconoscere quelli contratti all’estero.

Bene allora facciamola la legge, senza fare tutte queste circolari che dal punto di vista delle legittimità non valgono niente, perché nessun tribunale le prende in considerazione. Dietro la scelta di sposarsi all’estero c’è una ricerca di diritti che qui mancano. Noi siamo dei migranti dei diritti. In Europa abbiamo abbattuto le barriere per le merci e poi continuiamo ad alzarle per i diritti. Un controsenso assoluto.

Lei e il suo compagno vi siete sposati 12 anni fa in Olanda.

La legge olandese andò in vigore nell’aprile del 2001. All’epoca l’Olanda richiedeva la residenza, quindi Mario si trasferì all’Aja e visse lì per un periodo di tempo. Avuta la residenza facemmo tutte le procedure per sposarci.

Una volta tornati a Latina, il comune nel quale vivete, il vostro certificato di matrimonio però non è servito a niente, almeno fino al 2012 quando la Cassazione vi ha dato ragione.

In realtà il certificato di matrimonio è servito ad avviare una battaglia legale per il riconoscimento della nostra unione. All’epoca il ministero dell’Interno espresse un parere negativo alla nostra richiesta giustificandolo con motivi di ordine pubblico. Dodici anni dopo si sta facendo un’operazione uguale. Per fortuna la Cassazione ha messo le cose a posto. Con sentenza 4184 del 2012 ha fissato dei paletti importanti, e cioè che l’ordine pubblico non è assolutamente invocabile per rifiutare la trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero e che lo stesso matrimonio è esistente, cioè esiste. Perché i tribunali precedentemente ne avevano negato perfino l’esistenza. E dunque se una cosa esiste non si può dire che non vale. Stabiliti quindi questi tre punti, qualcuno deve spiegarmi perché questo certificato non si può trascrivere. Tanto più che sempre la Cassazione ha stabilito la totale parità di trattamento tra la coppia coniugata eterosessuale e la coppia coniugata omosessuale. Un’affermazione basata su un’altra sentenza, la sentenza Schalk e Kopf della corte di Strasburgo secondo al quale è da ritenersi superata la condizione della diversità di sesso per contrarre matrimonio. A questo punto il legislatore avrebbe avuto tutte le carte per fare una semplicissima modifica del codice civile.

Nonostante la Cassazione, il comune di Latina non ha trascritto il vostro matrimonio.

E’ vero ma il consiglio comunale di Latina, storicamente di destra, ad aprile di quest’anno ha votato a maggioranza assolta una delibera in cui si chiede al sindaco di avviare la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero da persone residenti nel territorio comunale e invita il parlamento italiano a legiferare al più presto in materia di unioni civili. Ora Latina è a trenta minuti da Roma, perché Alfano non viene a vedere come funzionano le cose? Forse si schiarirebbe un pochino le idee.

Dietro iniziative come quella di Alfano c’è l’immobilità del governo Renzi sui diritti civili.

Assolutamente sì, c’è una grande responsabilità del governo Renzi. Basti pensare che la legge sul matrimonio aperto alla persone dello stesso sesso in Olanda è stata fatta da un governo di destra. E quando è stata approvata in Inghilterra c’era Cameron. Il fatto che un presidente del consiglio o un governo che si picca di essere di sinistra non faccia niente, è inqualificabile. Ma questo dipende anche dai vari gay istituzionalizzati che lo sostengono.