Facile scrivere del rapporto tra gastronomia e libri. Mille trattati, storie e ricette che si rincorrono dalla notte dei tempi. Decisamente complicato muoversi in un ambito strettamente musicale: parlare di cibi e spezie in una canzone è decisamente più arduo che alambiccarsi su tormenti amorosi. E destreggiarsi fra rime e metriche impresa (quasi) titanica…

Eppure c’è chi nel pop e nel rock ha azzardato curiosi – e spesso – riusciti accostamenti, giocando con ironia su luoghi comuni ma trovando anche la chiave giusta per confrontarsi con la Storia.

Fabrizio De Andrè parlando di cibo ha saputo racchiudere in pochi versi un mondo disperato, stroncato da guerre e miseria, descritto mirabilmente in uno dei suoi vertici assoluti Crêuza de mä: «E a ste ’ panse cose che daià? Cose da beive, cose da mangiä: frittua de pigneu, giancu de Purtufin». Sono pesci fritti, interiora, muri scrostati, vino di infima categoria e un pasticcio di gatto, a cui il marinaio si aggrappa per un momento prima di imbarcarsi in un nuovo viaggio.

Un germe di sana follia gastronomica in uno dei padri del rock demenziale italiano, Ugolino (affiliato nel clan celentano…) che in pieno ’68 «protesta» tra cambiali, mense aziendali e junk food: «…In sette minuti mi lavo la faccia, e prendo il caffè con una focaccia. Nell’ora di sosta mi prendo un panino, con acqua rossiccia che chiamano vino. Ma quando arriva la sera, il gran pasto: un po’ di gelato e del pesce già guasto..».

Delicatessen che non ti aspetti, invece, da una «svampita» Mina che nel 1977 – complice Gianni Ferrio autore della musica di Ma che bontà, il testo è di Enrico Riccardi, con un’orchestrina jazz completa di banjo e ocarine – si cala nei panni di una sciura milanese e con tanto di birignao alla Tina Lattanzi si lascia viziare con curiosi manicaretti e uno strano dolce: «ma che gustino questa roba qua,cioccolato svizzero? No? Cacao della Bolivia? No? Ma che cosa sarà mai questa robina qua» con «tragica» scoperta finale..

Di attentati al tasso di glicemia, dall’altra parte dell’Atlantico sono dei veri maestri, in particolare se a farina, uova e zucchero aggiungono una spruzzatina di sesso. Sulla Brown Sugar degli Stones siamo ancora qui a discutere: allusione al sapore di una ragazza o una particolare qualità di cocaina? Molti propendono per la doppia versione. Gli Oasis dei litigiosi fratelli Gallagher raccontano nei due minuti e mezzo di Digsy’s dinner (daDefinetely maybe, 1994: «Che bello sarebbe se venissi da me per un tè, ti passo a prendere alle tre e mezza e mangeremo le lasagne, ti tratterò come una regina, ti darò fragole e crema. E poi i tuoi amici diventeranno verdi d’invidia per le mie lasagne…».

Chiude il cerchio il pop dance spesso pronto a toccare corde un po’lascive; sugli scudi la diva Madonna che in Candy Shop (Hard Candy, 2008) – squaderna agli ascoltatori tutte le qualità del suo negozietto ripieno di leccornie…