Il paragone tra la situazione dei migranti e quella dei terremotati è uno dei cardini della propaganda della destra italiana. Basta pochissimo, però, per rendersi conto di quanto il paragone non abbia senso e di come, spesso e volentieri, chi lotta per i migranti lotta anche per i terremotati. Viceversa sarebbe corretto sostenere che a chi non importa nulla dei migranti, in realtà, non importa nulla neanche dei terremotati. Chi abita nel cratere lo sa, e ricorda bene la mattina del 24 agosto del 2016, quando tra i primi ad arrivare ad Arquata del Tronto ci fu una pattuglia di richiedenti asilo del Gus (Gruppo di Umana Solidarietà) guidati dal sindaco di Monteprandone Stefano Stracci.

Per il resto, le ong coinvolte a vario titolo nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo o in progetti umanitari sparsi per il mondo possono fornire dati molto precisi sui loro interventi nelle zone terremotate.
Emergency, per esempio, dal 2017 ha offerto 4.246 prestazioni mediche, tra assistenza psicologica e infermieristica. «Il nostro team è composto da uno psicologo-psicoterapeuta, un infermiere e un logista – spiegano – e fornisce assistenza gratuita in un territorio in cui i bisogni sono molteplici e i servizi di assistenza sanitaria sono in difficoltà».

Save the Children, dal canto suo, ha offerto assistenza a un totale 1.861 persone, di cui circa 1.300 bambini. «La generosità dei nostri sostenitori – raccontano dalla ong – ci ha permesso di raccogliere oltre 2 milioni di euro per portare soccorso immediato ai bambini e alle famiglie colpite e per restare al loro fianco nel lungo periodo, nell’altrettanto delicata seconda fase post terremoto». E ancora: «Pur non essendo uno dei nostri obiettivi primari, ci siamo occupati anche della realizzazione di opere strutturali come la fornitura e messa in opera di un modulo prefabbricato ad uso scuola nel comune di Corridonia che ha permesso a circa 80 bambini di proseguire l’attività scolastica, e la ristrutturazione della scuola per l’infanzia di Loro Piceno».

Stesso discorso per Medici Senza Frontiere, che si attivò subito nella fase di emergenza e mandò i suoi medici nel cratere: l’intervento più incisivo fu fatto dopo le scosse del 30 ottobre 2017 a Norcia.
Action Aid, invece, per il sisma ha messo in piedi una vera e propria piattaforma informativa chiamata «Terremoto Centro Italia» che negli anni ha raccolto 2.900 segnalazioni. Attualmente Action Aid si occupa di trasparenza nella ricostruzione e sul loro sito internet sono disponibili diversi report sulla situazione.

Da segnalare, tra le altre, le attività del collettivo Terre in moto Marche, nato in seno al centro sociale Sisma di Macerata e motore di diverse iniziative e manifestazioni per combattere la strategia dell’abbandono dell’Italia Terremotata. Ancora sul territorio si muovono gli attivisti delle Brigate di Solidarietà Attiva, che non smettono di presidiare i paesi da tre anni a questa parte. Sono decine, infine, le ong e le associazioni più piccole che operano nei centoquaranta comuni terremotati: su tutti da segnalare l’iniziativa dei cattolici di We World che nel 2017 elargì a 29 famiglie di Amatrice aiuti economici tra i 2.500 e i 5.000 euro.