Non è piacevole passare una significativa parte della propria esistenza circondati da provette e vetrini a guardare batteri nei microscopi, o a scavare in aridi deserti alla ricerca di fossili, o setacciare le foreste sulle tracce di sconosciute famiglie di insetti. Il misconosciuto lavoro di scienziati e ricercatori non è certo paragonabile alla vita glamour delle rockstar, anzi è forse difficile pensare che esistano due stili di vita più diversi tra chi insegue il progresso della scienza e chi raccoglie fama, il successo, gli applausi (e molto denaro) attraverso la propria musica. Ma questi due mondi lontanissimi sono entrati in contatto più spesso di quanto si pensi. Molti ricercatori infatti accompagnano il loro oscuro e meritorio lavoro con la musica rock e una volta raggiunto un qualche notevole traguardo degno di pubblicazione, amano dare alle loro rivoluzionarie scoperte nomi di star del pop. In biologia, zoologia, entomologia e paleontologia esiste una tassonomia ispirata ai divi della musica. In alcuni casi si tratta di veri e propri tributi, in altri casi non si può non vedere una goliardica presa in giro, una vendetta dei topi di laboratorio contro le celebrità da copertina.

Frank Zappa

La scoperta è sensazionale. Un batterio che è passato dagli uomini alle piante, il primo caso mai studiato di questa inusitata migrazione. Gli scopritori di questo microrganismo sono tre scienziati italiani: il microbiologo Andrea Campisano, l’ evoluzionista molecolare Omar Rota-Stabelli, e il genetista evolutivo Lino Ometto tutti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in provincia di Trento. La loro ricerca, pubblicata lo scorso febbraio sulla rivista Molecular Biology and Evolution, rivela come circa 7mila anni fa, quando l’uomo iniziò a coltivare le viti, un batterio che causa la comune acne migrò dagli esseri umani alle viti venendo adottato dalle cellule delle piante. Un contagio essere umano-vegetale sorprendente che aprirebbe, a quanto ha dichiarato Campisano, «nuove prospettive sia nello studio dei microrganismi di interesse agrario, sia per quanto riguarda le implicazioni per la salute umana di questi inattesi consorzi tra piante e batteri». A rendere la scoperta assai più interessante ai profani è il fatto che i ricercatori hanno deciso di battezzare questo batterio, il Propionibacterium acnes, “Zappae” in onore di Frank Zappa. Il musicista infatti è stato, a quanto pare, la principale colonna sonora nelle lunghe ore di ricerche. Campisano è un fan della rockstar e nel suo laboratorio campeggia una delle frasi più celebri del grande chitarrista : «Se finirai con una vita noiosa e miserabile è perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che si faceva gli affari tuoi. Allora te lo meriti». L’ironia nei confronti della dura vita dei ricercatori non è neppure tanto sottile. E’ forse anche per questo che Zappa è uno degli artisti più amati dagli scienziati. Alcuni paleontologi chiamarono Amaurotoma Zappa un mollusco estinto 300 milioni di anni fa e riscoperto fossile nel deserto del Nevada. Due biologi scoprirono che un ragno del Camerun aveva un disegno sull’addome simile ai baffi del compianto Frank e scelsero il nome Pachygnatha Zappa. Nel 1983 lo zoologo Ferdinando Boero, oggi professore all’Università del Salento, battezzò come Phialella zappai un tipo di medusa fino ad allora sconosciuta. Informato dell’onore Zappa rispose: «Non c’è niente che desidero di più nella vita di avere una medusa che porta il mio nome». La lista non finisce qui. C’è un roditore estinto che si chiama Vallaris zappai. Un pesce anfibio della Nuova Guinea chiamato Zappa confluentus. Un fossile animale catalogato come Spygori zappania. Un batterio che causa infezioni alle vie urinarie porta il nome di Proteus mirabilis ZapA. Dalle parti basse alla volta celeste, dove è in orbita attorno al sole un asteroide che fu individuato per la prima volta nel 1980 e chiamato dagli astronomi 3834 Zappafrank. Tutti questi scienziati hanno seguito una regola d’oro proclamata dallo stesso Frank: «E’ veramente tragico quando la gente si prende sul serio. E’ assurdo che qualsiasi cosa venga presa sul serio».

Mark Knopfler

Nell’era del cretaceo in una regione corrispondente all’odierno Madagascar scorrazzava un bizzarro rettile di due metri dalla testa allungata e dalle impressionanti fauci armate di denti affilatissimi. Era un cacciatore e predatore, ma forse la particolare conformazione della testa gli consentiva di scovare le prede nel fango e sotto terra. Non suonava la chitarra rock, ma i ricercatori che l’hanno scoperto nel 2001 hanno deciso di battezzarlo Masiakasaurus knopfleri per celebrare Mark Knopfler, chitarrista ed ex frontman dei Dire Straits. Il paleontologo Scott Sampson ha spiegato che il nome è stato scelto perché la musica dell’artista ha ispirato e guidato la spedizione e i successivi studi. Knopfler ha risposto all’onore con un equilibrato entusiasmo: «Il fatto che si tratti di un dinosauro è senz’altro opportuno».

Mick Jagger & Keith Richards

I trilobiti, spiegano le enciclopedie, sono “artropodi di ambiente marino esclusivi dell’era paleozoica”, in parole povere sono insetti marini giganti ormai fossilizzati vissuti più di 230milioni di anni fa. Due paleontologi, Greg Edgecombe (oggi ricercatore al Natural History Museum di Londra) e Jonathan Adrain (oggi professore presso la University of Iowa) hanno dedicato anni delle loro ricerche a scovare nuovi generi e specie di questo animale preistorico, ma hanno ben pensato, per rendere assi più sexy i ritrovamenti, di dare alle classificazioni un po’ di fantasia. Grazie a loro negli anni ’90 le riviste ufficiali di paleontologia si sono trasformate in fanzine rock. Si è iniziato, tanto per rimanere nel paleozoico, con i Rolling Stones e la classificazione di due trilobiti, scoperti nella tundra canadese come Aegrotocatellus Jaggeri e Perirehaedulus Richardsi in onore dei Glimmer twins. I due ricercatori non si sono fermati qui e hanno classificato altre famiglie degli artropodi fossili dando i nomi delle due principali punk band della storia. Ecco dunque i trilobiti del gruppo Arcticalymene che si chiamano come i Sex Pistols: A. cooki (Paul Cook), A. jonesi (Steve Jones), A. matlocki (Glen Matlock), A. rotteni (Johnny Rotten) e A. viciousi (Sid Vicious). E i Mackenziurus omonimi dei Ramones: M. johnnyi, M. joeyi, M. deedeei, M. ceejayi. Un po’ come la band, facevano parte della stessa famiglia, ma non erano veramente fratelli.

Freddie Mercury

Prima che diventasse una meta di turismo elegante, la remota isola di Zanzibar era nota per assai poche cose a parte essere il luogo di nascita nel settembre del 1946 di Farrokh Bulsara che negli anni ’70 diverrà celebre in tutto il mondo con il nome d’arte Freddy Mercury. Quando il biologo Niel Bruce scoprì nel 2004 su una barriera corallina al largo dell’isola un minuscolo crostaceo della famiglia degli isopodi, fino allora ignoto alla scienza, pensò inevitabilmente all’unica vera star di quel luogo. Battezzò così, in suo onore, l’animaletto che oggi compare sui manuali di biologia marina come Cirolana mercuri.

Henry Rollins

Le meduse, in inglese jellyfish, sono suddivise in centinaia di tipi e ogni tanto ne emerge qualche nuova specie. Per scoprirne ancora di nuove i biologi marini si inventano di tutto. Uno di questi, Chad Widmer ha scandagliato i fondali del canyon sottomarino di Monterey Bay, una profonda fossa al largo del nord della California che raggiunge la profondità di 3.600 metri. Con un batiscafo comandato a distanza lo scienziato ha pescato a mille metri di profondità un tipo di medusa, di dimensione ridottissime (circa 3 millimetri) e ha scoperto che non era stato mai classificato prima di allora. Ha così dovuto dare un nuovo nome e ha pensato di chiamarlo Amphinema rollinsi richiamando la famiglia a cui è assimilabile e il nome del cantante Henry Rollins ex leader della punk band Black Flag. Lo scienziato, harleysta convinto e amante da sempre del punk rock, ha detto che voleva così onorare un suo idolo non solo per la sua musica, ma anche per il suo impegno sociale e in particolare a supporto della USO, organizzazione non politica che aiuta i soldati americani in missione e i reduci. Oggi, peraltro, Rollins è assai più vicino al mondo della scienza che a quello del rock, essendo quasi a tempo pieno conduttore di programmi per National Geographic Channel.

Bob Marley

Il biologo marino Paul Sikkel nel 2002 ha scoperto nei mari caraibici delle Isole Vergini un minuscolo crostaceo appartenente alle specie delle Gnathiidae, ma sino ad allora mai classificato. Ritenendolo una tipologia caratteristica dei Caraibi e assolutamente unica, ha deciso di chiamarla come un artista caraibico e anch’egli unico, Bob Marley. Peccato che la Gnathia marleyi che Sikkel ha definito con troppo ottimismo “una meraviglia della natura”, sia in realtà un parassita che infesta un innocuo pesce di quei mari, l’Haemulon, e può essere responsabile di malattie e morie della fauna marina. Insomma sarà anche unico, ma forse il grande Bob meritava di meglio.

Pink Floyd

Lo Zoological Journal of the Linnean Society non è esattamente un magazine che si occupa di musica rock. Nel 2011 ha ospitato la descrizione di una nuova scoperta fatta da due biologi della Washington University, Dimitar Dimitrov e Gustavo Hormiga, in missione in Australia occidentale. I ricercatori hanno scovato un genere di ragni sconosciuto e definito nell’articolo, con un entusiasmo che è difficile condividere, “straordinario”. L’aracnide appartiene alla famiglia dei Tetragnathidae e per le sue caratteristiche di originalità e di unicità i ricercatori hanno deciso di definirlo Pinkfloydia. «I Pink Floyd – hanno spiegato Dimitrov e Hormiga – sono stati un gruppo innovativo che ha creato musica con un’eclettica fusione di stili. Il ragno Pinkfloydia ha caratteristiche morfologiche inconsuete e il suo nome vuole rispecchiare la sua singolarità». Così anche gli aracnofili hanno avuto la loro lezione di musica rock. Ma la scelta dei due scienziati non è piaciuta agli australiani. Ha scritto con un certo campanilismo la rivista Australian Geographic: «Si sa che il famigerato (sic!) gruppo rock Pink Floyd non ha nessun legame con l’Australia, ma questo non ha impedito ai due biologi della Washington University dal dare il loro nome a un ragno scoperto nella regione occidentale del paese». Fosse stato per loro adesso avremmo avuto il ragno Bee Gees.

Beyoncé

I nomi di specie di esseri viventi studiati per la prima volta vengono scelti in base alle linee guida di un’associazione chiamata International Commission on Zoological Nomenclature (ICZN). E’ un organismo internazionale fondato a fine ‘800 e il cui scopo è creare una tassonomia standard internazionale. Le regole prevedono esplicitamente che una nuova scoperta possa essere identificata anche in base a un nome di persona. Forse gli estensori di queste norme non avrebbero mai pensato che un giorno un ricercatore avrebbe classificato una nuova specie pensando al didietro di una popstar. E’ quello che è accaduto nel 2011 quando l’entomologo australiano Bryan Lessard del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation ha scoperto un nuovo tipo di tafano sull’altopiano di Atherton nel Queensland australiano. L’insetto l’ha colpito subito perché la sua parte posteriore è di un colore giallo intenso, una caratteristica assolutamente originale per i tafani. Lessard ha quindi scelto il nome di Beyoncé, una star che si è fatta notare per le doti vocali, ma anche per il prorompente “Lato B”. L’insetto oggi è nei registri ufficiali come Scaptia beyonceae. Ha spiegato l’entomologo: «E’ stato il denso e unico colore oro dei peli nella parte posteriore dell’insetto che mi ha portato a dare il nome di Beyoncé. Volevo però anche dimostrare il volto divertente della tassonomia. I tafani sono spesso considerati delle specie infestanti, ma sono creature affascinanti importanti per l’impollinazione di molte piante». Non ci sono dubbi sulle qualità fisiche di Beyoncé, ma sulla simpatia dei tafani è lecito avere molte riserve.

The Beatles

Appurato che la Beatlemania era un’epidemia, ma non era causata da un batterio, i Beatles sono stati tra i primi artisti dell’era pop a prestare il loro nome a una creatura del regno animale. Nel 1969, il biologo marino Lorenzen chiamò un verme di mare che vive tra il mare del Nord e l’alto Atlantico, Greeffiella beatlei. Nel 1993 è arrivato il discutibile onore di avere un altro verme marino ispirato al proprio nome, il Bushiella beatlesi, questa volta originario delle isole Curili. Non mancano i trilobiti e i fossili preistorici: l’Avalanchurus lennoni (John Lennon), l’Avalanchurus starri (Ringo Starr), lo Struszia harrisoni (George Harrison) e lo Struszia mccartneyi (Paul McCartney). Il 30 novembre del 1974 in Etiopia un gruppo di antropologi fece una delle scoperte più importanti per la storia dell’evoluzione umana, rinvenendo i resti di un esemplare di femmina adulta di Australopithecus dell’età di circa 25 anni, vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa. Fu chiamata Lucy, in onore della canzone “Lucy in the Sky with Diamonds”. Ma da vere stelle i Fab Four popolano la volta celeste, esistono quattro asteroidi che orbitano tra Marte e Giove e sono catalogati con i numeri 4147, 4148, 4149 e 4150. Portano come nome, rispettivamente, Lennon, McCartney, Harrison e Starr. Nel dicembre del 2013 la International Astronomical Union ha classificato dieci crateri osservati sul pianeta Mercurio e ne ha dedicato uno a John Lennon.

Sting

Ha preso il suo soprannome dal regno animale e ora anche un animale porta il suo nome. La leggenda narra che Gordon Sumner venne chiamato Sting (pungiglione) perché a inizio carriera suonava spesso indossando un maglione giallo-nero che lo faceva assomigliare a un’ape. Nel 1994 il biologo Kaplan trovò una nuova specie di rana nelle foreste della Colombia appartenente alla famiglia delle ilidi, ovvero le raganelle. Lo scienziato pensò subito al leader dei Police, non per paragonare la sua vocalità a quella del batrace, ma per il suo impegno e i suoi sforzi per difendere le foreste pluviali e scelse il nome di Hyla stingi.

Neil Young

Un artista innovativo non solo in campo musicale. Neil Young può vantare due dottorari onorari (presso l’università dell’Ontario e la San Francisco State University), ma è anche un inventore. Ha sette brevetti registrati che riguardano la creazione di trenini giocattolo, tra cui un rivoluzionario sistema telecomandato chiamato Trainmaster Command Control e ideato da Neil per suo figlio Ben, affetto da paralisi cerebrale. Quest’anno ha presentato la sua invenzione più ambiziosa, Pono, un lettore di musica digitale che vuole preservare la massima qualità possibile del suono, superando i limiti degli mp3. Andrebbe però anche ricordato il suo impegno come ambientalista e i suoi recenti interventi contro l’industria energetica che in Canada sta estraendo petrolio dai depositi di sabbie bitumose. Insomma per gli scienziati è ormai quasi un collega. Inevitabile quindi che anche una creatura del regno animale porti il suo nome. Ecco dunque il Myrmekiaphila neilyoungi, un ragno della famiglia dei cosiddetti porta-trappola, scoperto nel 2007 in Alabama da due biologi della North Carolina University, Jason Bond e Norman Platnick. «Amo la sua musica – ha spiegato Bond – e ho grande ammirazione per il suo attivismo a favore della pace e della giustizia».