Covid? What Covid? In una Londra irrigidita da temperature proto-autunnali sono scesi ieri in piazza a mezzogiorno per protestare contro il lockdown e le misure di prevenzione/contenimento del contagio da coronavirus. Sotto la flessibile denominazione di Unite for Freedom, si sono radunati a migliaia – si stima in diecimila – nella consueta cornice di Trafalgar Square, liberi, impavidamente sani, accalcati e, soprattutto, smascher(in)ati. Sono quelli «che non la bevono», i negazionisti virali che chiamano la pandemia Plandemic, che considerano il Covid una bufala pianificata a tavolino per dare un’ulteriore stretta alle libertà individuali.

Scopo della manifestazione era infatti la «fine delle bugie del governo» e altre sapide denunce: del genocidio di massa ordito ai danni della popolazione britannica, di un controllo sociale paragonabile al 1984 orwelliano, delle mascherine che riducono l’immunità. Erano visibili numerosi cartelli e striscioni inneggianti al rifiuto di dette mascherine, di ulteriori lockdown – di nuovo ventilati dal ministro della sanità Hancock sulla scia di Macron – dei programmi di tracciamento e di distanziamento sociale. L’humus ideologico è quello dei no vaxxers, la variopinta congerie di oppositori delle vaccinazioni obbligatorie e che nell’attuale clima patologico globale vedono la propria battaglia come l’ultima frontiera della politica. Tra loro figurava Piers Corbyn, il pittoresco fratello di Jeremy, una vita dedicata allo scetticismo da global warming e il “cospirazionista” David Icke: entrambi era previsto parlassero nel pomeriggio.

A suo modo, un’ennesima lotta per i diritti civili, e proprio in contemporanea alle succitate dichiarazioni di Matt Hancock: nella temuta previsione di un’impennata nei contagi – la cosiddetta seconda ondata – il ministro ha annunciato la possibilità di ricorrere a un nuovo lockdown generale, soprattutto se la risalita andasse a sommarsi alla consueta stagione influenzale, che già in tempi prepandemici piegava la capacità di risposta del sistema sanitario nazionale fin quasi al punto di rottura. Per ora resta il distanziamento sociale e l’obbligo di tenere i bambini piccoli lontani dai nonni dopo la riapertura delle scuole. Nel frattempo, il governo sta “incoraggiando” gli uffici a riaprire e applica una strategia di contenimento attraverso il tracciamento digitale gestito dal ministero della sanità e lockdown locali laddove necessario. Il cosiddetto fattore di contagio R, che indica il numero di persone contagiate da un portatore di virus, resta attorno a 1, indice di una relativa stabilità: il contagio fluttua tra una contrazione del due per cento e un aumento dell’un per cento quotidiani.

Nel frattempo, la Bbc ha ottenuto e pubblicato un documento del super-comitato medico Sage che consiglia il governo sul da farsi pandemico. Prevede un potenziale “scenario peggiore” di 85.000 morti quest’inverno tra Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord, una cifra che comprenderebbe sia vittime di Covid che di altre patologie. Nonostante non si tratti – a sentire il governo – di una previsione, bensì di uno scenario di riferimento per le misure governative, il documento valuta la capacita di risposta del governo a livello sanitario a un 40% di successo rispetto al totale dei casi preconizzati. La stima dei morti accertati fino adesso nel paese è di 41.492. La saltellante lista dei paesi provenendo dai quali bisogna osservare la quarantena di due settimane al ritorno in Uk, al momento comprende la Repubblica Ceca, la Giamaica la Svizzera, la Croazia, l’Austria, Trinidad, la Francia, l’Olanda, Malta, Monaco, il Belgio, Andorra, le Bahamas, il Lussemburgo e la Spagna.