È opinione diffusa che i libri di interviste non vendano. Eppure il volume dal titolo Gente di Jazz. Interviste e personaggi dentro un festival jazz di Gerlando Gatto è già giunto alla seconda ristampa. I motivi risiedono nella meritata fama dell’autore (critico musicale di lunga militanza, curatore del sito A proposito di Jazz) e nella peculiarità del libro, considerando che l’intervista è genere di rara difficoltà. Quando se ne allineano 25 si è di fronte ad un «racconto orale di storia collettiva» effettuato attraverso personaggi partecipanti al festival Udin & Jazz (cui Gatto ha proposto il testo).

Il volume è così una storia «sotterranea» della rassegna e una «visione» della musica afroamericana in Italia e nel mondo nell’ultimo trentennio. Gatto sa far parlare i musicisti: le risposte alle sue domande tradiscono i contesti, le condizioni, le occasioni, i rapporti ed i livelli di conoscenza tra giornalista e jazzista. In alcuni casi ci sono interviste multiple, a distanza di anni, che mettono in luce il mutare (o meno) delle idee. Le interviste risultano a volte esplicite ed effusive, in altri casi implicite e «criptiche». Comunque il dialogo è sempre maieutico ed arricchisce il lettore.

Tra i colloqui più significativi quelli con Stefano Battaglia, Claudio Cojaniz, Franco D’Andrea, Enzo Favata, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Michel Petrucciani, Enrico Pieranunzi, Giancarlo Schiaffini e Joe Zawinul con cui Gatto aveva intessuto un rapporto di amicizia. Il critico nel tempo segue temi trasversali e ricorrenti che riguardano improvvisazione e composizione, il rapporto tecnica/espressività, le affinità elettive tra musicisti, la musica contemporanea, la relazione con il pubblico, l’insegnamento ed il futuro del jazz. Storia orale viva, quindi, per ricordare e riflettere.