Sono cresciuto negli anni 80 in Cumbria, un territorio grande ma poco abitato. Il nome Wordsworth vi ricorda qualcosa? «Vagavo solo come una nuvola»? Fu scritta proprio lì. La parola ‘solo’ è significativa. La solitudine è talmente forte che trovarsi in un campo di narcisi è un evento. La popolazione poco numerosa lo rende il posto ideale per una centrale nucleare che ricicla plutonio – Sellafield – così se dovesse succedere una «Sindrome cinese», sparirebbero soltanto qualche poeta romantico e le pecore. C’era anche un cantiere navale nella città dove andavo a scuola. Ci costruivano i sottomarini nucleari «Trident». Io e miei compagni di classe ne eravamo sicuri: se fosse scoppiata una guerra nucleare, saremmo stati spacciati. La guerra fredda era in pieno svolgimento.

Alla BBC c’era «Threads» – miniserie su Sheffield distrutta da una bomba atomica, Frankie Goes to Hollywood cantavano di due tribù in guerra e al cinema Rambo e Mad Max offrivano il prima e il dopo di una terza guerra mondiale. «Quando soffia il vento», cartone animato del 1986, basato sul romanzo grafico di Raymond Briggs, racconta di una coppia di anziani, Jim e Hilda, che si preparano alla guerra imminente con l’aiuto di un fascicolo governativo che offre consigli ‘nell’eventualità di un conflitto nucleare’ e si armano del famoso spirito del ‘Blitz’. Una commedia molto dark ma allo stesso tempo una tragedia dolce che si situa nello spazio tra la mentalità nata dalla seconda guerra mondiale e la nuova realtà della bomba atomica, dell’inverno nucleare e dal pericolo delle radiazioni.

Ora viviamo in un mondo che ha dimenticato l’orrore del fungo dell’atomica. La fine del mondo arriva ora da una tempesta mondiale, un virus micidiale, un’invasione di zombi o di scimmie parlanti. Nell’eventualità di un’esplosione atomica, Indiana Jones ci ha insegnato a nasconderci in un frigorifero per sopravvivere. Il documentario di Lucy Walker, «Countdown to Zero» (2010) esplora il pericolo della proliferazione delle armi nucleari ma sottolinea il fatto che gli incidenti e gli attacchi terroristici sono la minaccia più grave, non la guerra. Invece adesso ci troviamo davanti alla possibilità di un conflitto fra la Corea del nord e gli USA.

Siamo ad un tweet da Armageddon. Se Jim e Hilda erano ingenui noi siamo ignoranti. In questi decenni abbiamo vissuto con una minaccia atomica invisibile e la campagna contro la bomba non c’è più. Anche nel nostro immaginario non esiste più. Siamo sonnambuli, camminiamo ad occhi chiusi in direzione di un pericolo esistenziale. Quando si parla di nostalgia per gli anni Ottanta, ci siamo dimenticati il loro lato oscuro.