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Quel vario mondo che scopri su aerei in ritardo

Quel vario mondo  che scopri su aerei in ritardo

Habemus Corpus Capita di dover partire un venerdì 24 giugno da Malpensa per Lamezia Terme. Capita che, appena arrivi a Malpensa, scopri che il tuo volo, è terribilmente in ritardo...

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 29 giugno 2022

Capita di dover partire un venerdì 24 giugno da Malpensa per Lamezia Terme. Capita che, appena arrivi a Malpensa, scopri che il tuo volo, dell’ungherese Wizz, sia in ritardo di un’ora, poi due, poi tre, e tu bivacchi, ti siedi un po’ qui e un po’ là, prendi un caffè, passi i controlli, ti risiedi, tenti di leggere nonostante l’aria condizionata ti geli la zucca, esplori il duty free, scopri che i negozi che portano agli imbarchi, lato A e lato B, sono divisi fra ricchi e poveri, che lungo la A, che va verso Usa e Inghilterra, ci sono quelli del lusso, dove una minibag rosa buona solo per contenere il cellulare costa oltre mille euro, mentre se procedi molto più in là dove si va verso i voli per l’Africa, c’è il vuoto assoluto. Sul lato B ci sono invece negozi con i prezzi molto più bassi, ed evidentemente più appetibili, oabbordabili, per chi va in Italia, Grecia, Olanda, Germania.
Capita, poi, che quando sei finalmente sull’aereo, hai vicino una signora che va in Calabria quasi ogni settimana, ed è per questo abituata ai ritardi di una, due o tre ore, e pensa solo a non perdere, a Lamezia, la corriera che la porterà sullo Ionio, perché lunedì dovrà tornare indietro, e tutto ricomincerà come al solito.

E POI CAPITA che, proprio quando stai per partire, scoppia un temporale violento, e il comandante ti avvisa che ci saranno turbolenze e traballamenti, e allora la signora, appena l’aereo decolla, si fa il segno della croce, e comincia ad agitarsi, e quindi tu, che sei lì e che pensi «Porca miseria, mi spiacerebbe morire. Ho ancora un sacco di cose da fare», per sollevare lei, e anche un po’ te, cominci a parlarle e lei, come tutti gli umani che si trovano accanto qualcuno mosso da vera curiosità, risponde. E capita che, risponden oti, ti racconti un pezzo della sua vita, che per esempio lei vive a Milano da vent’anni, ma appena può torna giù perché lì ci sono il mare, la famiglia, una casa, e che lei è la terza e unica femmina di quattro fratelli, e che quando è nato l’ultimo lei desiderava tanto una sorella, ma, dice:

«È VENUTO fuori n’altro maschio, e quando mia madre l’ha portato a casa io sono rimasta tanto delusa, ma proprio male male ci sono stata, e le ho detto, a mia madre “Non lo voglio, portalo indietro”, e allora mamma mi diceva “Mica si possono cambiare i bambini. Devi tenerti questo qui che è anche tuo fratello”, ma io proprio non lo volevo, quello lì, e così ho cominciato a dirgli che non era nostro, che era figlio di un’altra famiglia, di quelli là dove andavamo a comprare i formaggi, in campagna, e che per questo puzzavano di formaggio, e lui ci credeva, e piangeva, e poi andava da nostra a madre a raccontarle tutto, e allora lei, mia madre, mi dava certi schiaffoni, e mi diceva di smetterla, ma io andavo avanti lo stesso».
«Che poi, sta cosa dell’altra famiglia era pure credibile, perché noi siamo tutti biondi con gli occhi azzurri, e lui era scuro scuro con gli occhi chiari, come mamma, e quindi era nu poco diverso da noi, e nu poco nu poco ci credeva, a quello che gli dicevo. E comunque a me non piaceva, quel fratello lì, perché era pure un po’ moscio di carattere. Io non ho mai portato a casa botte, lui le prendeva sempre. Che nella vita ti devi sapere difendere. E adesso è nu poco migliorato, ma sempre un po’ tonto è, per me. Comunque grazie signora, mi ha fatto bene parlare, così non ho pensato a tutto sto sconquasso del viaggio, che adesso siamo arrivate e mi scusi devo proprio scappare a prendere l’autobus. Buon proseguimento».
P.S Io dico che sui trasporti per e nella Calabria bisognerebbe aprire un dibattito.

mariangela.mianiti@gmail.com

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