Un assist per Renzi, per l’Invincibile Armata della comunicazione di Palazzo Chigi un dono che scende giù dal ciel come la neve, la cometa e gli angeli del presepe. La polemica sui vigili assenteisti di Roma si trasforma in un regalone per il governo. Che nei giorni scorsi si era impaperato malamente sull’estensione del jobs act ai dipendenti pubblici. Un’estensione data per ovvia dal duo Sacconi-Ichino e dal sottosegretario Zanetti. E invece poi, al primo rullare di tamburi sindacali, precipitosamente esclusa dai ministri Poletti e Madia e da Renzi stesso. Con formula dilatoria però: «Deciderà il parlamento» nella prossima riforma della pubblica amministrazione. Ma l’Ncd, galvanizzato dai risultati incassati nel jobs act, ha subito messo in chiaro che non estendere il jobs act a tutti sarebbe «un’ingiusta discriminazione per i dipendenti del settore privato» (così certificando l’evidenza che la maggioranza nega: che il jobs act diminuisce i diritti dei lavoratori).

Ora questa bella rinfrescata alla parola «fannulloni» di brunettiana memoria tornerà utile al governo. Anzi, se l’assenteismo di massa non ci fosse stato – se c’è stato lo dirà l’indagine del comando della municipale di Roma – bisognava inventarselo.

E se non se l’è inventato, Palazzo Chigi non solo ci è saltato sopra al volo, ma ha abbondantemente contribuito a far esplodere il caso mediatico con l’ormai famoso primo tweet dell’anno di Renzi in cui, all’alba del 2 gennaio, annunciava il cambiamento delle regole dei dipendenti pubblici. Seguito a ruota dalla ministra Madia, dal sindaco Marino e via scendendo dalla fanfara generale, in un tripudio di auspici di licenziamenti. Fino al leghista Matteo Salvini che ieri ha scritto su facebook: «Vigili assenti a Roma, linea dura del governo, dice Renzi. Ma se hanno tolto dal jobs act la possibilità di licenziare i fannulloni pubblici solo una settimana fa!!!!!!!!» (gli otto esclamativi sono testuali).

Risultato: ora la riforma Madia partirà in discesa, i sindacati sono avvertiti. Perché ormai è «caccia alle streghe», come dice persino la Cgil che pure dall’inizio si è schierata per la punizione degli imbroglioni. «Sulla vicenda si sono scatenate troppe strumentalizzazioni», ragiona Marco D’Emilia, segretario della Funzione pubblica Roma e Lazio, «sia a livello cittadino che nazionale. A Roma il comandante dei vigili urbani ha fatto scattare la reperibilità il 31 dicembre alle 17 e 30: nessuno si è accorto prima della scarsezza di personale, visto che da un anno ne denunciamo la carenza? A Renzi dico: annuncia nuove regole ma fa una gran confusione con quelle attuali».

Quello che è davvero successo fra i vigili urbani romani nelle ore prima di capodanno lo si saprà presto. Ma forse sarà comunque troppo tardi. Sarebbero solo 43 le «posizioni anomale» sui 767 vigili assenti la notte di Capodanno su un totale di 905. 571 per malattia, 63 donatori di sangue, 3 in forza della legge 104 (gravi motivi familiari), 4 in permesso breve.

L’indagine interna si concluderà la prossima settimana. Ma comunque vada per Marino e Renzi il gol resterà nel tabellone. Il sindaco ripartirà in vantaggio nella trattativa in corso con i 24mila dipendenti comunali in lotta da mesi per il salario accessorio e – i vigili – contro il nuovo piano di rotazione voluto dal commissario anticorruzione Raffaele Cantone. Il premier ripartirà in vantaggio nella riforma che già si annuncia come il jobs act della pubblica amministrazione. Il vicesindaco Luigi Nieri, che è di Sel quindi schieratissimo con Marino, ma all’opposizione di Renzi, prova a tenere un punto di equilibrio: «La verifica dirà se quella dei vigili era una protesta o un’epidemia. Ma ora la vicenda è diventata nazionale», ammette, «e non si debbono fare generalizzazioni sulle categorie. Anzi i soli 138 in servizio hanno gestito egregiamente una situazione speciale, un concerto con 600mila persone in una notte gelida. Per difendere il diritto di sciopero sono pronto a farmi torturare. Ma dev’essere altrettanto chiaro che quando parliamo di pubblico parliamo di bene comune. Per me è sacro. Quindi non ci sono fannulloni, no alla sagra dei luoghi comuni. Ma anche no a chi a questi luoghi comuni presta il fianco».