Brooklyn, New York. Il luogo dove vivono Abraham e Shagra, due gemelli in età da pensione. Sono ebrei ortodossi, dicono di avere mantenuto la loro fede perché babbo non ha voluto trasferirsi a San Diego dove forse non avrebbero trovato una comunità chassidica. Da anni però sono morti sia il padre che la madre e i due fratelli si sono smarriti. Il loro grande appartamento col passare degli anni è diventato un cumulo di sacchetti di spazzatura, popolato da cimici (i due ne sono martoriati), scarafaggi e gatti del vicinato. Ora la situazione è insostenibile: l’inquilino del piano superiore ha deciso che non gli pagherà più l’affitto sino a quando non avranno sistemato l’appartamento fonte di miasmi mefitici. E qui inizia il film di Antonio Tibaldi e Alex Lora che arrivano con la squadra di disinfestazione Home Clean Home, guidata da un giovane ebreo che cerca di assecondare per quanto è possibile le stravaganze dei fratelli. Un’intera vita riaffiora da questa operazione di «pulizia» e si scontra con la volontà di non gettare nulla perché «ho paura che si perdano le cose che vengono buttate». Per poco più di un’ora le nevrosi dei due arrivano alle spettatore senza alcun giudizio, ma con una inconsueta forma di pietas, mentre sullo sfondo c’è quella poltrona verde di papà riaffiorata dal casino, «ma sarà permesso sedercisi sopra?».