Un’esplorazione del rapporto tra arti performative e tecnologie è ciò che propone Digitalive, la sezione del Romaeuropa festival costruita sull’esperienza decennale di Digitalife, la cui traccia quest’anno resta solo con Linee e punti n. 1, l’organismo elettronico di Robert Henke che prenderà vita nella Sala Santa Rita dal 10 ottobre. Mentre Digitalive sta già invadendo gli spazi della Pelanda dell’ex Mattatoio di Testaccio, dove il sodalizio con Spring Attitude – festival di musica elettronica – accresce la compenetrazione dei linguaggi e lo scambio di pubblici.

Nella serata inaugurale, l’installazione di Kamilia Kard offre un piccolo tuffo in un asettico paesaggio virtuale, popolato di frammenti antropomorfi tra i quali lo spettatore percepisce di aggirarsi. Un più classico impianto frontale è scelto invece dal duo Quiet Ensemble – Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli – per Back Symphony, lanciato in una suggestiva campionatura di rumori, forse determinati dallo smontaggio di due proiettori, che collocati poi in mezzo ad altri diciotto vanno a formare un coro di saette luminose, scagliate sempre più velocemente in tutte le direzioni, creando algide geometrie sul ritmo incalzante del suono.

L’esposizione dei corpi nudi e striscianti di Marco Donnarumma e Margherita Pevere sono al centro di Eingeweide, la performance, anch’essa di impianto frontale, che, attraverso una sorta di protesi, impostata su algoritmi, determina figure e movimenti, per una riflessione sulle possibili ibridazioni dell’umano essere, fino alle viscere del titolo. Oltre alle incursioni online – all’alba e al tramonto, sul sito del Ref – di Elisa Giardina Papa, che riflette sulle app di «ottimizzazione» della vita del suo utilizzatore, Digitalive ha tra l’altro in programma Av improvisation di Andrea Familari e Demetrio Castellucci/Black Fanfare.