Quando Ben-Hur è arrivato nelle sale al suono delle bighe romane nessuno è andato a vederlo. Un nome migliore per I Magnifici Sette potrebbe essere I Magnifici Due (più Ethan Hawke). Il Blair Witch era terrificante, ma solo per gli investitori visto il box office pessimo. Il pubblico lo ha abbandonato da solo in mezzo al bosco. E nessuno ha chiamato i Ghostbusters, anche se sapevamo a chi telefonare come ci ripete la canzone. I remake sono tanti, troppi, e siamo giunti al punto in cui la voglia continua, incessante, insistente di rifare i film, di ripetere i classici, di ripresentare le serie televisive in versione cinematografica si è quasi esaurita, non soltanto dal punto di vista culturale ma anche da quello economico.

Ci troviamo ora al punto in cui i remake sono i remake di altri remake. I magnifici 7 è il remake di un remake dei Sette Samurai e Ben-Hur era già un classico del cinema muto del 1925 quando Charlton Heston ne indossò i sandali nel 1959. La sua era addirittura la terza versione. Non c’è niente di nuovo sotto il sole, e Hollywood ce lo dimostra quasi settimanalmente. Abbiamo avuto dei remake stupendi, che hanno rivelato nuove sfumature, nuovi significati e hanno uguagliato se non superato l’originale. Ci sono forse tanti diversi modi di fare un remake decente ma qui mi limito a 4 consigli per aspiranti registi.

1) Scegli uno dei tuoi film. L’uomo che sapeva troppo di Alfred Hitchcock visse due volte; Howard Hawks trova Rio Lobo dopo Rio Bravo e Michael Haneke gioca Funny Games in Austria e anche negli Stati Uniti. I motivi per questo tipo di remake sono diversi, ma il ritorno ad un tema, ad una storia quando il regista è cresciuto professionalmente e dispone di più risorse economiche potrebbe produrre un capolavoro come Heat di Michael Mann, basato sul suo LA Takedown del 1989.

2) Passa dalla serie B alla serie A. Due film dell’orrore classici degli anni 80, La Mosca e La Cosa, furono entrambi presi da opere precedenti, un po’ frivole, superficiali. La Cosa da un altro mondo – sempre di Howard Hawks – non è terribile, ma il mostro è una gamba di sedano enorme e gli attori sono fatti con lo stesso cartongesso del set. Non ha nulla a che vedere col terrore, l’ambiguità e il freddo gelido del remake di John Carpenter. David Cronenberg con il suo Body Horror allo stesso modo si eleva sopra le sciocchezze della sua fonte d’ispirazione, L’esperimento del dottor K. (1958).

3) Cambia lingua e ambientazione. Da A qualcuno piace caldo a Per un pugno di dollari a The Departed – il bene e il male, un cambio completo di paese produce un remake che può davvero stare in piedi da solo. Hollywood produce remakes dal resto del mondo ma anche il resto del mondo produce «remakes» hollywoodiani. Esiste una versione cinese del primo film dei fratelli Coen, un Guerre Stellari turco e il nostro Antonio Albanese ha rifatto Ricomincio da capo, da capo.

4) Aggiungi delle canzoni. Quante volte hai guardato un film e pensato: bello, ma non sarebbe magnifico se tutti iniziassero a cantare? Così Alta Società nasce da Scandalo a Filadelfia, My Fair Lady da Pygmalion e Oliver! da Oliver Twist. Forse in futuro potremo goderci un Titanic o un Signore degli Anelli in versione musical.

Ovviamente, c’è sempre un’altra scelta, e cioè quella di produrre qualcosa di originale, ma anche l’originalità è stata fatta e rifatta.