Nel corso del Novecento la sinistra ha avuto il merito di dividersi spesso e su tanti fronti, perfino sullo sport, tanto da costituire in questo campo due internazionali rosse sportive, una di ispirazione socialista con sede a Lucerna e l’altra comunista con sede a Mosca.

L’ultima riunione unitaria dell’Internazionale Sportiva Operaia si tenne nel 1913 a Gand, in Belgio, e dopo un acceso dibattito sul rapporto tra lo sport e gli operai, nel corso del quale emersero istanze diverse, ogni risoluzione fu rimandata al congresso di Francoforte, dove si sarebbero definiti gli aspetti organizzativi delle prime Olimpiadi Operaie della storia, da tenersi nella cittadina belga di Herstal nel 1914, ma lo scoppio della prima guerra mondiale impedì la realizzazione del meeting sportivo operaio.

Nell’immediato dopoguerra l’organizzazione riprese i collegamenti per ricostituire il fronte sportivo operaio e nel 1920 a Lucerna i delegati, approvato lo statuto, dettero vita all’Internazionale Sportiva di Lucerna, alla quale aderiscono un milione di giovani sportivi operai di 18 paesi, tra i quali la Finlandia e la Cecoslovacchia, principale ossatura dell’organizzazione, in virtù delle centinaia di migliaia di iscritti che contavano nelle proprie file. Durante il congresso di Lucerna, il dibattito non ruota più sulla demonizzazione dello sport, come era avvenuto nel primo decennio del Novecento, l’analisi diventa più profonda e il rapporto sul binomio attività fisica e la vita dell’operaio resta centrale nel dibattito tra i delegati.

L’Internazionale di Lucerna, promuove nel 1921 una grande manifestazione sportiva operaia a Parigi e nel 1922 a Lipsia, dove si svolge il suo terzo congresso, nel corso del quale viene presa la decisione di organizzare a Francoforte la prima Olimpiade Operaia, da tenersi nel 1925, in risposta alle olimpiadi «borghesi» del 1924, che si terranno a Parigi, promosse dal Comitato olimpico internazionale (Cio) capeggiato dal francese Pierre de Coubertin, padre delle olimpiadi moderne svoltesi ad Atene nel 1896. In vista del meeting di Francoforte, gli operai sportivi scaldano i muscoli a Zurigo, dove nell’agosto del 1923 si svolge la II Festa Operaia della Svizzera. Al meeting di Zurigo partecipano 60 mila operai in rappresentanza di Germania, Cecoslovacchia, Belgio, Austria, mentre le delegazioni sportive operaie provenienti dalla Francia rimasero alla frontiera in mancanza del visto.

Nel giugno del 1921 a Mosca, durante i lavori del 3° congresso del Komintern, viene presa la decisione di rompere con l’Internazionale sportiva di Lucerna e costituire l’Internazionale Rossa dello Sport. L’invito rivolto alle organizzazioni sportive, che fanno capo ai partiti comunisti, è di favorire la scissione con le società sportive riformiste dei partiti socialisti. Le organizzazioni operaie sportive della Germania, Cecoslovacchia e Finlandia espellono gli sportivi comunisti. In Francia i rapporti di forza si equivalgono e per dirimere la questione se la [/V_INIZIO]Federation Sportive du Travail dovesse aderire all’Internazionale di Lucerna o a quella di Mosca, viene indetto un congresso straordinario, alla cui presidenza vengono posti gli esuli politici di vari paesi europei, tra i quali gli italiani, visto che siamo nel 1923 e il fascismo è già operativo. La decisione viene presa con 123 voti favorevoli all’Internazionale Rossa dello Sport e 117 a favore di quella di Lucerna. Esistono due Internazionali dello sport della sinistra, ognuna con proprie organizzazioni, meeting di atletica, organi di stampa sportivi.

A differenza delle organizzazioni sportive della sinistra degli altri paesi europei, dove i rapporti sono roventi, in Italia i dirigenti sportivi che fanno capo al Partito socialista e al Partito comunista non entrano nella polemica, assumono un atteggiamento di cauta attesa. Certo i tempi non consentono divisioni, nel 1924 il fascismo consolida il suo potere e riduce la libertà di azione.

Sarà proprio lo sport, uno dei campi meno sorvegliati dal regime di Mussolini, a costituire il terreno unitario per le azioni politiche. L’occasione sarà rappresentata da innocue partite di calcio, che si disputano durante il fine settimana sui campi spelacchiati di periferia, nel corso delle quali calciatori di squadre opposte, in realtà si passano importanti informazioni su azioni di sabotaggio e negli anni a venire sugli attentati da compiere nei confronti degli uomini del regime mussoliniano. In quegli anni, il braccio armato del Pci non a caso è chiamato «la squadra di calcio».

Nel 1927, l’Internazionale Operaia di Lucerna, annullando una precedente autorizzazione, diffida i propri iscritti a collaborare con gli organi di stampa delle società sportive aderenti all’Internazionale Rossa. In tutta risposta l’organizzazione che fa capo a Mosca ribadisce che «sarà continuata la lotta degli elementi rivoluzionari contro la tattica riformista dell’Internazionale Sportiva di Lucerna» come recita il bollettino dell’Esecutivo dell’Internazionale Comunista del 12 luglio del 1924, che non esita a tacciare di «nazionalismo e collaborazionismo di classe» l’organizzazione di Lucerna che a sua volta accusa l’Internazionale Rossa di «scissionismo e rottura dell’unità politica».

I contrasti tra le due Internazionali sportive della sinistra si appianano in vista delle Olimpiadi Operaie di Francoforte del 1925, ma la tregua durò poco.