«È difficile trovare nella storia del nostro paese un e[/ACM_2]vento così carico di simboli e di emozioni come la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Non perché non ce ne siano stati di altrettanto drammatici, ma perché in quei pochi minuti, in quelle poche ore, in quei pochi giorni e in quei tanti anni si sono concentrati meccanismi umani, emotivi, politici e criminali esemplari». Inizia così Carlo Lucarelli la sua prefazione al booklet pubblicato col dvd del documentario sull’attentato più discusso nell’Italia degli anni di piombo, Un solo errore di Matteo Pasi. L’errore del titolo si riferisce al fatto che coloro che l’avevano ideata, quella strage con ottantadue morti e oltre duecento feriti in piena estate,avevano scelto Bologna,capitale dell’Emilia rossa, non immaginando forse che questa città avrebbe reagito con tanta solidarietà e con tanto sdegno da far nascere un’immediata richiesta di «verità e giustizia».
Sebbene si attenda ancora quella «vera» dopo la condanna dei suoi esecutori materiali, mancano tuttora all’appello i nomi dei reali mandanti. Ed è per questo motivo che da anni sfila un enorme striscione bianco con dipinte a grandi lettere nere quelle due parole, tenuto alto e bene in vista da chi lo porta in mezzo alla consueta manifestazione del mattino, nel giorno della ricorrenza, a cui partecipa sempre tanta gente: «Bologna non dimentica!».
Il film di Pasi, prodotto dall’associazione Pereira, esce ora per le Edizioni Cineteca di Bologna e sarà presentato al pubblico domani sera nella piazzetta Marco Biagi (simbolicamente è stato scelto un altro luogo di un’altra ferita inferta alla città, quando nel 2002 il giuslavorista fu ucciso a pochi passi da casa). Per parlarne col regista ci sono Mario Marchi dell’Associazione dei famigliari delle vittime della strage del 2 agosto, Antonella Beccaria e Andrea Speranzoni, entrambi autori di testi per il booklet, Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, e Massimo Venieri e Gabriele Nicoletti. Sono questi ultimi due che hanno «sceneggiato» i fiumi di parole raccolte da Matteo Pasi nelle interviste, tra gli altri, con Paolo Bolognesi (attuale presidente dell’associazione 2 agosto) e Lidia Secci (vedova del primo presidente, che aveva perso il figlio allora poco più che ventenne, Sergio), con il capo della P2 Licio Gelli, il magistrato Libero Mancuso e l’allora sindaco della città Renato Zangheri, per ricostruire anche il momento storico politico in cui era avvenuto. Un periodo in cui viaggiare in treno significava rischiare la vita. Basta pensare all’altra strage, sempre ricordata assieme a questa del 2 agosto: quella dell’Italicus in cui morì il ferroviere Silver Sirotti, alla memoria del quale ogni anno si depone una corona di fiori sotto la targa al primo binario della stazione di Bologna. Così così come ogni anno – da trentatre anni ormai – parte un treno straordinario per San Benedetto Val di Sambro, la stazioncina sugli Appennini che fu teatro degli attentati ai treni Italicus e al 904 Napoli-Milano.
Scrive Matteo Pasi nelle note di regia in ultima del booklet: «Un solo errore vuol essere un’opera che parla ai cuori e alle menti delle persone. (…) Troppe ancora oggi ignorano o non sanno. Gli stessi giovani bolognesi ad esempio hanno per lo più attribuito la strage alle Brigate Rosse, facendo così comprendere che chi doveva farsi carico di trasmettere tale memoria – come la scuola, la famiglia, i mass media, le istituzioni – non l’ha fatto o l’ha fatto nel modo sbagliato. Con questo documentario vorremmo quindi non solo ‘ricordare’ ma ‘comunicare’ soprattutto alle giovani generazioni l’importanza di ricordare per non ripetere».