Il regime nordcoreano di Pyongyang ha comunicato di essere pronto a rilasciare sei prigionieri sud coreani. Si tratta di una notizia che viene considerata di buon auspicio dalla comunità internazionale e da Seul; un segnale di abbassamento del livello di tensione nella penisola coreana e di potenziali aperture a nuovi incontri in grado di garantire la pace tra le due Coree. L’annuncio in realtà non ha specificato chi siano i sei prigionieri sud coreani.

Quasi quattro anni fa – nel febbraio del 2010 – Pyongyang aveva annunciato la cattura di alcune persone sud coreane responsabili di aver sconfinato, ma non ci sono altri dettagli. Secondo quanto affermato dal personale della Croce Rossa presente in Nord Corea, si tratterebbe di uomini dall’età compresa tra i 25 e i 65 anni. Seul teme possa trattarsi di spie catturate, un’ eventualità che potrebbe modificare il significato del gesto nord coreano. Secondo quanto affermato da Seul, attraverso il Ministero per l’Unificazione, la Corea del Sud si è dichiarata «soddisfatta di questa misura umanitaria, applicata dal Pyongyang. Prenderemo in custodia queste sei persone – ha proseguito il comunicato – e provvederemo a verificare le loro identità e i motivi del loro ingresso in Corea del Nord».

Dopo le speranze di un ammorbidimento della posizione nord coreana seguita alla riapertura della zona economia di Kaesong, nella quale le due Coree operano insieme, nell’ultimo mese Pyongyang era tornata ad usare toni piuttosto minacciosi contro Seul: per questo la liberazione dei prigionieri sud coreani viene letta come un potenziale passo distensivo, forse nell’ottica di ottenere un’espansione del complesso industriale di Kaesong.