L’idea dell’alleanza anti-Usa che per anni Putin aveva sognato potersi realizzare attraverso i Brics, sembra poter diventare ora realtà, in primo luogo in Asia, con una fitta rete di rapporti bilaterali. Sull’aereo che lo sta riportando in queste ore a Mosca, il presidente russo può ben essere pago dei suoi due giorni con il premier indiano Narendra Modi.

E NON SOLO PER I 5 MILIARDI di dollari incassati con la vendita del sistema antiaereo S-400 quanto per il piglio con cui Modi ha reagito in conferenza stampa a chi prospettava sanzioni americane anche per il suo paese dopo quelle comminate alla Cina un paio di settimane fa. «Nel caso ce ne faremo una ragione» ha chiosato con un sorriso il leader indiano. Secondo Vedomosti, che riportava fonti dello Stato maggiore dell’esercito indiano Bipin Rawat, nel carrello della spesa militare l’India avrebbe messo anche l’acquisto di 1770 tank russi «T-14 Armata», un’operazione da 4,5 miliardi di dollari che doterebbe le forze di terra del paese asiatico di un prodotto concorrente al K-2 Black Panther sudcoreano, ma meno costoso.

PUTIN HA ANCHE ANNUNCIATO l’intenzione di facilitare l’espansione del programmi spaziali dell’India: «Abbiamo concordato che la Russia assisterà la ricerca indiana nell’esplorazione spaziale e Roskosmos intende partecipare alla preparazione del programma nazionale indiano per il lancio di un veicolo spaziale con equipaggio». I due leader si sono anche dichiarati soddisfatti della lenta ma costante crescita delle relazioni commerciali tra i due paesi.

L’INTERSCAMBIO russo indiano ha raggiunto i 48 miliardi di euro nel 2017, un volume ancora lontano da quelle raggiunte dall’interscambio del paese slavo con Cina e Germania, ma già più del doppio di quella con la Francia. Ma i segnali di una rinnovata consonanza tra i due paesi che non si vedeva dai tempi di Indira Ghandi, non sono legati alla sfera commerciale. Il leader indiano ha evitato toni ultimativi («I nostri rapporti con gli Usa restano ottimi, vogliamo solo allargare e migliorare le relazioni con la Russia») ma a Washington ci sarà motivo di riflessione visto che – come riportava ieri Kommersant – a Nuova Delhi si guarda con interesse anche all’ipotesi accarezzata da Mosca di una «dedollarizzazione» dell’economia mondiale: Modi ha promesso che se ci sarà un nuovo sistema di pagamento l’India è pronta a farne uso. Il progetto è ora in mano a Alexey Kostin l’influente presidente di Btb Bank Rossia il quale ha promesso che entro 3 anni il suo paese diventerà «dollar-free» pur senza impedire ai cittadini russi di poter aprire anche nel futuro conti in biglietti verdi.