Dmitry Peskov, portavoce ufficiale del Cremlino, in una dichiarazione battuta ieri ha metà giornata ha ricordato che Putin «attribuisce grande importanza all’Accordo di Parigi» ma ha aggiunto subito «che la sua attuazione, senza gli attori chiave sarà difficile».

Con il ritiro americano, ha segnalato Peskov, la Russia potrebbe essere interessata a una possibile iniziativa indiana: «Se nel colloquio di oggi tra Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi quest’ultimo volesse fare una proposta, il nostro presidente l’ascolterebbe volentieri».

L’ipotesi che Modi possa fare un passo indietro – seppur piccolo – sul clima ha creato malumore nelle cancellerie occidentali che credevano di aver archiviato l’eco-scetticismo indiano.

Secondo alcuni analisti l’ipotesi che la Russia possa utilizzare il possibile sganciamento di Trump per cercare soluzioni al ribasso sul clima con altri paesi, non è del tutto fantasiosa. Tuttavia colloquiando con i reporter al termine dell’incontro, su questo tema le bocche di Putin e di Modi sono rimaste rigorosamente cucite.

Del resto all’apertura del Forum Economico di San Pietroburgo uno dei temi più discussi è stata l’ipotesi che la Russia possa superare la depressione economica attraverso programmi di reindustrializzazione, programmi che spesso non hanno fatto rima con politiche ambientali rigorose.

A latere del Forum, come ogni anno, Putin ha incontrato alcuni giornalisti della stampa internazionale e affrontato di petto alcuni temi scottanti.

Il presidente russo, si è detto convinto che in occidente si stia imponendo un clima russofobo. I motivi sarebbero da ricercare nel tentativo americano di impedire la formazione di rapporti multipolari su scala mondiale: «Il consolidamento di un mondo multipolare si sta realizzando anche grazie alla lotta che la Russia conduce per i suoi interessi, che voglio sottolineare sono legittimi» ha affermato Putin.

Un messaggio, inviato neppure tanto velatamente a chi come la Germania, ha recentemente mostrato segni di insofferenza verso i diktat egemonici statunitensi.

Secondo il presidente russo, inoltre, le sanzioni economiche contro la Russia «si sono dimostrare inefficaci e qualcuno sta iniziando a capirlo».

Per il capo del Cremlino, si è voluto alimentare ad arte un clima russofobo, come nel caso delle presunte interferenze di hacker russi nella recente campagna elettorale francese.

«Gli hackers sono gente libera, come i pittori. Questi ultimi si alzano al mattino e se sono di buon umore dipingono dei quadri. Lo stesso vale per gli hacker… se sono dei patrioti iniziano a focalizzarsi nella loro lotta contro chi ritengono si comporti male con la Russia. È possibile? Teoricamente sì, ma la cosa importante è che al livello governativo non abbiamo mai pensato di far ciò».

La sincerità di «Zar Vladimir», su questo tema, è stata avvalorata in serata quando Guillaume Poupard, il capo dell’agenzia governativa francese per la difesa dai cyber-attacchi. ha dichiarato che non «esiste traccia di coinvolgimento del potere russo nell’attacco».

Restando ai paesi europei, non poteva mancare una domanda sulla prossima tornata elettorale in Germania. Qui il presidente del Cremlino ha voluto fare un assist, non si sa quanto gradito, al candidato Angela Merkel.

«Con Angela ci conosciamo da tempo, lavoriamo insieme. Abbiamo molte divergenze, ma soprattutto per quanto riguarda le questioni dei rapporti economici, ci intendiamo» ha aggiunto Putin, snocciolando le cifre degli interscambi economici tra i due paesi e soprattutto dei progetti di pipeline che erano già stati oggetto di confronto tra Putin e Merkel nel meeting moscovita di inizio maggio.