Putin dovrebbe festeggiare già domenica notte con un comizio improvvisato la quarta elezione a presidente della Federazione Russa nella Piazza del Maneggio, a pochi metri dalla Piazza Rossa e proprio sotto il monumento del maresciallo Zukov. Così almeno secondo le voci che filtrano dal suo entourage. Ma nelle ultime ore prima della apertura delle urne, le preoccupazioni non mancano.

I SONDAGGI CLANDESTINI (anche in Russia nelle ultime settimane sono vietate le pubblicazioni delle rivelazioni) che circolano sui quotidiani parlano di un Putin in caduta libera, perlomeno nelle grandi città.

Secondo il giornale economico Vedomosti a Mosca e San Pietroburgo lo «Zar» avrebbe perso il 12-13% delle preferenze in un mese, attestandosi poco sopra il 50%. Stesso trend in tutte le città sopra il milione di abitanti e in particolare in Siberia dove la crisi economica ha morso più forte negli scorsi anni. Lo stesso dicasi nei piccoli centri mentre nelle città medie l’arretramento sarebbe più contenuto – nella misura del 4-5% – grazie alla mobilitazione dell’apparato dei governatorati e di «Russia Unita».

A GIOVARNE PRIMA DI TUTTI dovrebbe risultare Pavel Grudinin, il candidato dei comunisti, che ora non sarebbe lontano da un clamoroso 20 per cento, ma anche Xenia Sobchak sembra abbia rosicchiato qualcosa al presidente.

Secondo un uomo vicino al presidente le cose sarebbero messe persino peggio: «L’affluenza reale sarà al massimo del 55 per cento e il risultato di Putin varierà a seconda delle regioni tra il 50 per cento e il 65. Se a Mosca si raggiungerà il 50 per cento sarà un miracolo». Una dinamica confermata anche da Sergey Obuchov del Partito Comunista secondo il quale la forbice dell’affluenza tra regioni e grandi città potrebbe raggiungere anche il 20%. «L’affluenza si fermerà ben sotto il 60 per cento e Putin nelle grandi otterrà tra il 45 e il 50 per cento» chiosa il leader comunista.

TUTTO QUESTO se non dovessero esserci manipolazioni o frodi a cui i russi sono però abituati. Nelle presidenziali del 2012 i brogli furono così smaccati che portarono a grandi manifestazioni che fecero tremare il Cremlino. Nelle elezioni alla Duma dell’ottobre del 2016 vennero mandati in onda su Youtube molti video in cui potevano notare contraffazioni e frodi. A Rostov sul Don persino la telecamera ufficiale registrò alcuni scrutatori impegnati nella introduzione nelle urne di centinaia di schede già compilate. Lo teme anche Grudinin, il quale ha promesso però che i comunisti nel caso protesteranno “in modo civile”.

LA CAMPAGNA DI PUTIN è stata sottotono: all’unico comizio a Mosca si sono presentate poche migliaia di persone e il bagno di folla c’è stato solo in Crimea 3 giorni fa. Il presidente ha quindi evitato con cura di parlare di politica estera e prima di tutto della guerra in Siria, un intervento che i russi non hanno mai capito e di cui temono gli effetti terroristici di ritorno.
Ha fatto molte promesse su sviluppo economico, riduzione della povertà, sostegni economici alle famiglie ma senza convincere fino in fondo e ieri nel rush finale ha persino prospettato imprese mirabolanti. «Entro il 2024 saremo la quinta economia al mondo anche se il Pil dovesse crescere solo del 1-1,5%, perché ne reinvestiremo i due terzi».

UN CONTO che a tutti gli osservatori non è tornato visto che solo il primo marzo aveva parlato della necessità di far crescere l’economia al 4 per cento per garantire le promesse».

IN TEORIA ANCHE I RUSSI in Ucraina si preparano al voto, anche se resta da vedere se e come riusciranno a espletare il loro diritto. L’altro ieri ministro degli interni ucraino Arsen Avakov aveva dichiarato che i servizi di sicurezza ucraini a protezione delle rappresentanze diplomatiche della Federazione russa nel territorio dell’Ucraina non avrebbero permesso ai cittadini russi di votare.

POSIZIONE DEL GOVERNO confermata ieri dal portavoce del ministero degli esteri ucraino Marian Bez. E anche le formazioni neofasciste ucraine hanno promesso di presidiare le sedi diplomatiche russe per impedire il voto.

Il ministero dell’interno russo da parte sua afferma invece «di aver preso tutte le misure necessarie per garantire il voto a tutti i cittadini russi residenti in Ucraina» i quali ammonterebbero a circa 71.000.