Una celebrazione del passato al servizio dell’attualità, nella speranza di oltrepassare il vento di guerra fredda che soffia sull’Europa. Ieri, nella giornata di ricordo dei 70 anni del D Day, alla cerimonia del pomeriggio a Ouistreham il neo-presidente ucraino Petro Poroshenko è stato simbolicamente accolto per primo da Hollande. Poche ore prima, a Dauville, Vladimir Putin, in occasione del previsto appuntamento con Angela Merkel, ha incontrato Poroshenko per una quindicina di minuti. Obama, che aveva rifiutato di incrociare Putin a Parigi giovedì sera (obbligando Hollande a cenare due volte), si è intrattenuto per una decina di minuti con il presidente russo, dopo il grande pranzo al château de Bénouville a cui ha partecipato una ventina di capi di stato e di governo, tra cui molti re e regine. Tra Putin e Poroshenko c’è stata una stretta di mano, uno «scambio normale e grave», secondo l’Eliseo. Questo incontro, seguito dal breve scambio Putin-Obama, segna un inizio di distensione. Putin dovrebbe inviare un ambasciatore a Kiev per l’assunzione del potere di Poroshenko e il Cremlino ha fatto sapere che i due presidenti si sono messi d’accordo per «far cessare i combattimenti in Ucraina». Secondo l’Eliseo, le modalità per un cessate il fuoco in Ucraina tra governo e separatisti saranno discusse nei prossimi giorni.

Gli occidentali, che hanno incontrato per la prima volta Putin dopo l’annessione della Crimea, danno al presidente russo due settimane per dare segni tangibili di de-escalation. In caso contrario, il 27 giugno, al Consiglio europeo a Bruxelles, la Ue potrebbe decidere di passare a un livello superiore di sanzioni contro Mosca. Fine giugno è una data-chiave, visto che è anche il momento previsto per la firma degli accordi di associazione tra l’Unione europea e l’Ucraina, il casus belli dello scorso novembre che ha scatenato la crisi, oltreché con la Moldavia e la Georgia, due altre repubbliche ex sovietiche. L’occidente attende un dialogo tra Mosca e Kiev e una soluzione per il gas: Ue e Fmi sarebbero anche disposti a pagare una parte del debito ucraino verso la Russia (3 miliardi di dollari). A Putin si chiede di fare pressione sui separatisti dell’est dell’Ucraina, mentre l’occidente si impegna a pretendere dal nuovo presidente a Kiev a intraprendere un dialogo nazionale con tutte le forze in campo.

La diplomazia francese è stata all’opera, anche perché sulle sanzioni alla Russia esiste una vera tensione tra Parigi e Washington, che non è stata dissipata dalla cena tra Hollande e Obama, giovedi’, nel ristorante di Guy Savoy vicino ai Champs Elysées. Il presidente Usa ha criticato apertamente il contratto francese con la Russia, per la vendita di due navi militari Mistral. «Sarebbe stato preferibile premere sul bottone pausa», ha detto Obama, anche se ha ammesso che la Francia ha problemi di occupazione (1400 posti di lavoro legati alla costruzione delle navi) e c’è il rispetto di un contratto commerciale. Tensione Francia-Usa anche sulla mega-multa di cui è minacciata da Bnp, una delle più grosse banche europee, che non ha rispettato l’embargo americano contro Iran, Sudan e Cuba, fornendo dollari a questi paesi. Obama ha spiegato, seccato, che negli Usa il presidente non influenza la giustizia. Ma la Francia non demorde. Il ministro degli esteri, Laurent Fabius, ha ribadito che se la Bnp subirà la mega-multa (10-12 miliardi di dollari) la Francia potrebbe vendicarsi sul negoziato per il Ttip, il Trattato commerciale transatlantico, in corso di negoziato.
In mattinata hanno avuto luogo varie cerimonie: al cimitero americano di Colleville con Obama, a Bayeux per i veterani britannici alla presenza di Elisabetta e Charles, a Caen, dove Hollande, per la prima volta dal ’44, ha reso omaggio ai civili uccisi nello sbarco (dalle forze alleate), duemila persone il 6 giugno, poi 20mila nei cento giorni che è durata la battaglia di Normandia. Poi il pranzo al château de Bénouville e la cerimonia sulla spiaggia di Ouistreham, uno spettacolo con centinaia di comparse di ricostruzione del giorno più lungo, con l’apporto di documenti d’epoca ritrasmessi su un video gigante, alla presenza dei veterani, ormai tutti molto anziani. Una giornata ricca di simboli, con la conciliazione come tela di fondo, rispetto al passato, vista la presenza di Angela Merkel (i tedeschi sono invitati dal 2004 alle commemorazioni del D Day) e al presente, con le prove di distensione attorno a Putin e alla crisi ucraina. La Francia, che è l’unico paese europeo a non aver mai fatto la guerra agli Usa, ha dispiegato tutta le sue capacità diplomatiche (sperando di far dimenticare che sule spiagge normanne il Fronte nazionale ha avuto molti voti alle ultime europee). Hollande ha in particolare dedicato grande attenzione alla regina Elisabetta, solo capo di stato presente che ha partecipato alla guerra e che alle celebrazioni del 2009 Sarkozy non aveva invitato. E ha reso un forte omaggio all’Armata rossa sul fronte est, che ha permesso indirettamente il successo dello sbarco in Normandia.