La visita-lampo di Vladimir Putin a Roma malgrado sia stata per certi versi un gesto di cortesia dopo l’invito di Conte lo scorso ottobre a Mosca, non è stata priva di un certo interesse politico. In primo luogo perché in serata durante la cena organizzata in suo onore ha avuto l’occasione di conoscere Matteo Salvini. È vero che con il capo della Lega aveva già bevuto un caffè qualche anno fa, è vero che il partito ex-padano ha rapporti stabili con Russia Unita (macchina politica fondata da Putin ma di cui il presidente russo non è più neppure formalmente aderente) ed è sicuro che deve averne sentito parlare spesso da Silvio Berlusconi con cui si è incontrato in forma privatissima, ma lo «Zar» è abituato a misurare i suoi possibili alleati sempre in prima persona, e tra una portata e l’altra il rapporto potrebbe essersi approfondito.

Putin sa bene però che malgrado le chiavi di Palazzo Chigi siano per ora nelle mani di Salvini, non si può dire lo stesso della politica estera italiana, soprattutto dopo che il governo Conte ha votato a favore dei nuovi assetti ai vertici dell’Europa. Da questo punto di vista gli sarà stato più utile l’incontro con il presidente Sergio Mattarella, il vero referente di Bruxelles a Roma.
L’incontro più importante è stato comunque quello con Papa Francesco, da cui non a caso si è recato subito dopo essere atterrato a Roma. Con il Papa Putin si è intrattenuto per due ore. «Preghi per me» ha detto alla fine Francesco. «Incontrarla è sempre occasione di grande ispirazione» ha replicato Putin. Si è parlato in privato di rapporti tra chiesa cattolica e ortodossa ma anche della situazione politica a Cuba e soprattutto in Venezuela, due paesi cattolici e al contempo alleati storici della Russia nel continente americano. E se sui temi della migrazioni e dell’accoglienza i due hanno misurato distanze importanti, su altre questioni come il calo demografico in Europa, l’attenzione verso la famiglia e la promozione dell’orientamento sessuale tradizionale hanno constatato anche significative assonanze.

Con Conte si erano visti recentemente a Osaka. Qui a Roma Putin ha perorato, conoscendo i legami storici dell’Italia con gli Usa, il rilancio dei rapporti tra Casa Bianca e Cremlino. Il premier italiano non mancherà di essere latore presso Trump anche sulla possibilità di giungere a un accordo sul controllo degli armamenti nucleari di cui Putin si è fatto assertore. Last but not least le due delegazioni di governo, dopo il «grande freddo» degli ultimi anni, hanno affrontato i temi dello sviluppo dei rapporti economici, cresciuti, come ha sottolineato Putin, «nel 2018 del 12,7% a 26,9 miliardi di dollari». Sono previsti in campo economico nei prossimi anni piani per l’energia eolica dell’Enel, la costruzione di un’azienda chimica nella regione di Samara e un nuovo pastificio della Barilla in Russia al fine di aggirare le contro-sanzioni russe imposte sui prodotti alimentari europei.