Dopo 29 anni di carriera i Punkreas sono pronti ad una nuova avventura. La storia dei Punkreas si arricchirà infatti di una delle tanto anomalie nella loro carriera, un disco diviso in due e anticipato da tre singoli. Si intitolerà InEquilibrio ed esce il 23 marzo. Ne parliamo con uno dei due chitarristi, Noise, in arte, Paolo Pomponio nella vita.

Per la prima volta fate uscire un disco diviso in due parti, è il tocco di Garrincha Dischi?

In parte sì. In epoca digitale le canzoni vengono bruciate in fretta e contemporaneamente la capacità di attenzione delle persone sembra essersi ridotta di parecchio. L’etichetta ci ha così spinto a valutare un modo diverso di proporre le canzoni. Loro volevano addirittura fare solo singoli, noi che siamo ancora legati ai vecchi supporti abbiamo optato per questa soluzione intermedia del doppio Ep e poi album completo. In epoca di evidente disorientamento collettivo in cui i vecchi equilibri economici e sociopolitici  mostrano limiti e contraddizioni, in cui le precedenti categorie di pensiero non riescono più a dare interpretazioni e riferimenti solidi, crediamo sia necessario cercare di sperimentare vie nuove.

Cosa resta dei Punkreas anni ’90 in questo vostro nuovo lavoro?

Beh già con Il lato ruvido avevamo cominciato a recuperare sonorità e attitudini tipiche dei nostri esordi, coniugandoli con un songwriting più moderno, forse più lirico e più in soggettiva. Questo approccio ci ha già dato molte soddisfazioni e possiamo dire con questo disco di averlo affinato ulteriormente, grazie anche alla collaborazione con Olly Riva, che ha prodotto l’album.

Non mancano sul primo Ep le canzoni a tema sociale, come «U-soli», che affronta un argomento complesso come lo Ius soli. Come è nata l’idea di questa  canzone?

Semplicemente accompagnando  a scuola ogni giorno i nostri figli. Se non ne avete, fatevi un giro davanti ad una qualsiasi scuola elementare all’uscita dei bambini. Vedrete ragazzini di ogni etnia, africani, italiani, sudamericani, cinesi e così via giocare insieme, abbracciarsi e divertirsi. Aver paura di tutto questo è assurdo, vuol dire aver paura di se stessi.

Il primo singolo «Fermati e respira» è una critica al sistema capitalista, come si è esce dallo sfruttamento endemico di questa società?

Con gli equilibri andati perduti di cui parlavo prima, sono caduti anche tanti miti del sistema capitalistico occidentale che, ci raccontavano, avrebbe dovuto portare benessere e ricchezza diffusa. Ora è evidente a tutti che così non sarà e che bisogna ragionare di decrescita e povertà. Il nostro compito sarà di mettere in discussione certi paradigmi che per convenzione o semplicemente abitudine abbiamo tollerato e sostanzialmente accettato fino ad oggi.