Ancora una volta, la giustizia di un altro paese europeo ha dato la ragione a Carles Puigdemont e messo in ridicolo il giudice dell’Audiencia Nacional spagnola Pablo Llarena, che si ostina a dare un’interpretazione della legge ripetutamente sconfessata dai suoi omologhi al di fuori dei confini spagnoli.

Sono bastate due ore perché la Corte d’Appello di Sassari accogliesse la richiesta formulata sia dalla Procura generale, sia della difesa: il collegio composto dai magistrati Salvatore Marinato, Pilina Azzena e Maria Teresa Lupinu ha sospeso il procedimento di estradizione a carico dell’ex presidente catalano.

Puigdemont è ancora una volta libero come l’aria. Il suo avvocato di fiducia, Gonzalo Boye, che ieri ha raggiunto a Sassari il legale italiano dell’ora europarlamentare catalano, Agostinangelo Marras, ha commentato con una sola parola su Twitter il risultato: “Giustizia”, così, in italiano. Secondo il suo legale sassarese, si tratta di “un risultato assolutamente positivo”.

Il leader politico indipendentista era stato arrestato sull’isola il 23 settembre quando si ricava ad assistere a una celebrazione politica ad Alghero, città dove è presente una comunità di catalanoparlanti molto simbolica per il catalanismo. Dopo aver passato una notte in carcere, era stato scarcerato in attesa della decisione di ieri che definitivamente lo mantiene in libertà.

La questione è che dalla Spagna Llarena ne richiede l’estradizione, assieme a quella degli altri due eurodeputati ed ex suoi ministri nel governo catalano che presiedeva, Toni Comín e Clara Ponsatí, che l’avevano raggiunto ieri a Sassari. Anche per quest’ultima richiesta, Llarena è stato ignorato ieri sia dalla polizia che dai magistrati. I tre magistrati hanno infatti deciso di accogliere le tesi del politico: bisogna attendere la decisione della Giustizia europea sulle eccezioni sollevate dallo stesso Llarena per evitare che le sue richieste di estradizione vengano costantemente messe in discussione dai giudici degli altri paesi.

D’altra parte, i tre europarlamentari hanno perso l’immunità parlamentare dopo un controverso voto del Parlamento europeo a marzo, ma hanno impugnato con il Tribunale di giustizia della Ue la decisione. Il Tribunale ha confermato la sospensione dell’immunità, argomentando che comunque non sono in pericolo di arresto fino a che il Tribunale di Giustizia Europeo dirima le questioni sollevate da Llarena. I magistrati italiani hanno seguito l’esempio dei loro colleghi tedeschi, belgi e inglesi che per una ragione giuridica o per l’altra hanno ignorato le richieste dell’Audiencia nacional spagnola.

Che peraltro va per conto suo: la stessa Avvocatura dello stato (controllata dal governo) non fa sua la tesi dell’Audiencia nacional. Tutti i leader indipendentisti, molti dei quali erano ieri a Sassari, hanno espresso soddisfazione per la decisione di ieri. Il governo spagnolo non lo può dire, ma tira un sospiro di sollievo: la patata bollente Puigdemont ora proprio non ci voleva.