Il destino giudiziario di Carles Puigdemont e dei 4 consiglieri del Govern catalano dimessi è nelle mani del Belgio. La Procura belga ha ricevuto il mandato d’arresto europeo emesso dalla giudice spagnola Carmen Lamela. «Sono disposto a collaborare in pieno con la giustizia belga» ha dichiarato l’(ex)presidente della Generalitat. Il ministro della Giustizia, Koen Greens, dopo aver sottolineato che «l’esecutivo non ha nessun ruolo nel procedimento» che dipende solo da «contatti diretti tra autorità giudiziarie», ha però evocato la possibilità legale di respingere la richiesta di Madrid.

 

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La Procura «esamina il caso», prima di far tradurre la richiesta spagnola (in Belgio ci sono tre lingue ufficiali: olandese, francese e tedesco) per trasmetterla a un giudice. Questo potrebbe avvenire già oggi o domani. Il giudice ha poi 24 ore per convocare Puigdemont e i 4 consiglieri: può decidere se incarcerarli o lasciarli liberi, a certe condizioni. Nel caso Puigdemont accetti il mandato d’arresto, la procedura è veloce. Ma questa ipotesi è praticamente esclusa, Puigdemont non crede «nell’imparzialità della giustizia spagnola», che ritiene «politicizzata». L’euro-ordine passa allora alla Camera del consiglio, prima istanza di giudizio, che ha 15 giorni per pronunciarsi. Tenuto conto di tutti i ricorsi possibili, potrebbero passare anche più di 2 mesi (la direttiva Ue dice che la decisione deve avvenire entro 60 giorni, 90 in caso di «circostanze eccezionali»), quindi si andrebbe oltre il voto del 21 dicembre, dove Puigdemont è candidato.

L’accusa della Spagna è di «sedizione», «ribellione» e «malversazioni». Per la giustizia belga, solo quest’ultimo reato può essere recepito. L’avvocato di Puigdemont, Paul Bekaert, potrebbe invocare il rischio di un processo non equo in Spagna. Possono anche essere valutate «ragioni umanitarie gravi», sulla base di un rapporto del Consiglio d’Europa sulle carceri spagnole. Puigdemonnt ha affermato di non essere in Belgio per chiedere l’asilo: del resto, negli ultimi 5 anni il Belgio non ha concesso asilo a nessun cittadino Ue. Tra Belgio e Spagna ci sono state tensioni nel 2013, dopo una risposta negativa di Bruxelles a una richiesta di arresto europeo per una militante dell’Eta e, malgrado il governo belga si tenga a distanza, un rifiuto a rispondere alla richiesta di Madrid aprirebbe una crisi diplomatica tra i due paesi.