«Suppongo che avrai capito che è finita». La clamorosa dichiarazione di capitolazione l’ha fatta per iscritto Carles Puigdemont all’ex ministro, anche lui profugo, Toni Comín in un messaggio inviato per Signal, il sistema di messaggistica più sicuro del comune Whatsapp. Un operatore di un popolare programma televisivo ha ripreso il telefonino dell’incauto esponente di Esquerra Republicana mentre era in una conferenza a Lovanio e riceveva i messaggi sconsolati dell’ex president.

 

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«Viviamo di nuovo gli ultimi giorni della Catalogna repubblicana», scrive Puigdemont, «Il piano della Moncloa [sede del governo spagnolo, ndr] trionfa. Spero solo che sia vero e che grazie a questo possano uscire tutti dal carcere, perché se no, figura ridicola storica», aggiunge. «I nostri ci hanno sacrificato. Almeno a me. Voi sarete ministri (spero e desidero), però io sono già sacrificato». E conclude, in tono melodrammatico: «Non so quanto mi rimanga di vita (spero molta!), ma la dedicherò a mettere ordine in questi due anni e a proteggere la mia reputazione. Mi hanno fatto molto male con calunnie, dicerie, bugie che ho sopportato per un obiettivo comune. Ora questo è finito e mi toccherà dedicare la vita alla mia difesa».

Il governo ha subito smentito che siano in corso negoziati per liberare gli indipendentisti in carcere, mentre Comín ha annunciato denunce per violazione della privacy. Puigdemont, da parte sua, ha ammesso per Facebook: «Sono umano, e ci sono momenti in cui ho dei dubbi».