Salta il banco del centrosinistra pugliese e esplodono i dissidi tra il governatore Nichi Vendola e il segretario regionale del Pd Michele Emiliano. Sullo sfondo, alla vigilia delle primarie in programma domani per scegliere il candidato alla successione di Vendola, l’allungarsi sulla coalizione dell’ombra dell’Ncd. Una eventualità, quella di un’intesa con il partito di Alfano, negata da Emiliano ma della quale si parla da tempo anche per la Campania.
«Allo stato attuale il centrosinistra non c’è più, le primarie non si fanno». Questo l’annuncio del presidente della Puglia e leader di Sel, al termine di un vertice di maggioranza convocato nel pomeriggio di ieri a Bari. Dichiarazioni corroborate dal capogruppo e dal segretario regionale di Sel, Michele Losappio e Gano Cataldo: «A questo punto le primarie sono inutili. Invitiamo i nostri iscritti a non parteciparvi e il nostro candidato (il senatore Dario Stefàno, ndr) a fare un’altra scelta. A meno che nelle prossime ore non ci sia un chiarimento con il Pd».

Nell’ultimatum lanciato da Vendola e Sel vengono date a Emiliano 48 ore per far venir fuori la verità sulla riunione di maggioranza di «novembre». A far deflagrare lo scontro, infatti, il «retroscena» raccontato dall’ex sindaco di Bari e candidato del Pd alle primarie in risposta alle critiche per l’intesa con l’Udc in vista delle regionali 2015. Proprio Vendola, aveva detto ieri mattina Emiliano, nella riunione di novembre «ha chiesto a me, davanti a tutti i partiti, di ottenere dall’Udc e Moderati popolari i voti per approvare la variazione di bilancio» della Regione. L’ex sindaco aveva pure parlato di «incontri negli sgabuzzini» e di «sms di Vendola». «Una voragine di insinuazioni, allusioni, bugie e provocazioni», risponde il governatore, che chiede di ristabilire il perimetro e i confini della coalizione.

Le affermazioni di Emiliano provocano la convocazione immediata del vertice di maggioranza. Il segretario del Pd non partecipa, e neanche quelli di Iniziativa democratica, Idv, Realtà Italia, Partito socialista e Centro democratico. Motivano cosìl’assenza: «È in corso la campagna per le primarie», e convocano un altro vertice per lunedì alle 15.
Il governatore ricostruisce la vicenda denunciata da Emiliano in una lettera all’ex sindaco: «Sfido chiunque a dire che abbia invitato alcuno ad avviare trattative sottobanco». «Io non ti ho inviato messaggi», scrive Vendola, che definisce il comportamento di Emiliano «una pericolosa spia di un certo modo di concepire la politica» fatta di «scaricabarile di fronte alle difficoltà». La verità, per Vendola, è tutt’altra: «Abbiamo fatto una riunione di maggioranza, nel mio ufficio, per discutere della variazione di bilancio che conteneva un’importante risposta ai bisogni del Gargano ferito dall’alluvione. Io ho chiesto a tutti, e tra gli altri a te come segretario del partito di maggioranza relativa, un atteggiamento di responsabilità». Per Vendola il voto favorevole espresso anche dall’Udc non è dunque frutto di «una contrattazione: abbiamo scambiato qualcosa? No, nulla».

Emiliano però, rincara la dose: «Se si chiede espressamente a delle forze politiche di salvare la tua legislatura in Regione» non «ti puoi meravigliare che poi esse chiedano di far parte del centrosinistra in maniera trasparente». E ancora: «Mi spieghi a questo punto perché tu e Sel, trascinando anche Dario (Stefàno, ndr) in questa polemica, mi accusate di voler allargare la maggioranza in maniera scorretta?». Anzi, Emiliano rivendica di aver risolto un problema politico: «Ho ottenuto disponibilità sia dai Moderati e popolari sia dall’Udc a votare la variazione di bilancio che, se non fosse stata approvata, avrebbe posto fine alla legislatura». Che ora potrebbe comunque finire anzitempo. E c’è chi pensa a una ricandidatura di Vendola, per il terzo mandato da presidente. Lui, incalzato dai giornalisti, taglia corto: «Domanda inappropriata». Ma forse non irrealistica, nel caso in cui l’ombra dell’Ncd oltrepassasse il perimetro di una coalizione che «in questo momento – conclude Vendola – non esiste più». E «neanche le primarie». «La macchina non si ferma», ribatte invece da Roma il vicesegretario del Pd Guerini. E a sera Emiliano spedisce un invito a Vendola: «Incontriamoci domattina e chiariamo tutto con senso di responsabilità. Io ci sono». E Stefano vuole crederci: «Speriamo di ritrovare il bandolo».