Un’operazione condotta da carabinieri e guardia di finanza su presunte tangenti in cambio di appalti in provincia di Bari, ha provocato un vero terremoto politico. Dodici le ordinanze di custodia cautelare: contestati a vario titolo i reati di corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di due diverse indagini che coinvolgono imprenditori, funzionari pubblici, amministratori e tecnici di vari comuni.

A far rumore è stato l’avviso di garanzia all’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Giannini, fedelissimo di Emiliano, che ha rimesso le deleghe. Perquisiti gli uffici dell’assessorato e l’abitazione della figlia di Giannini, indagato a piede libero per un presunto episodio di corruzione.

Un imprenditore locale, secondo le indagini, lo avrebbe corrotto (con arredi per la casa della figlia) in cambio di un’agevolazione su delle pratiche con la Regione a favore di un suo ristorante, per un finanziamento di oltre 2 milioni, concesso nel quadro dei Piani Integrati Agevolazioni al Turismo quest’anno.

Altro obiettivo l’intercessione dello stesso Giannini, presso la Sovrintendenza ai Beni culturali di Bari per l’approvazione di un progetto di variante ai lavori sul ristorante.