Per Sabrina Molinaro, la ricercatrice che cura in Italia lo studio Espad, «aumentano tutti i consumi massicci e frequenti, che poi sono quelli più a rischio».

Secondo lei, qual è il dato più preoccupante che emerge dal vostro nuovo studio?

Guardando la tabella dei frequent users (20 o più volte al mese), quello che colpisce ma che nessuno vuole dire è la linea del consumo di psicofarmaci, un dato allarmante che denuncio da cinque anni. Nel questionario che inviamo agli studenti, ovviamente, non possiamo chiedergli se fanno uso di Tavor, piuttosto che di Prozac o Lexodiocina, perché non vogliamo dargli spunti su cosa assumere e nemmeno fare pubblicità alle case farmaceutiche e con ragazzi di 15 anni nemmeno parlare di principi attivi. Di conseguenza, quello che possiamo chiedergli è se fanno uso di psicofarmaci senza prescrizione medica per dormire, rilassarsi o sballarsi. La domanda quindi può contenere all’interno un errore, perché magari ci sono ragazzi che prendono le gocce della nonna pensando sia uno psicofarmaco e invece sono quelle dell’erboristeria. Quindi non dico che questo sia il dato esatto del consumo ma deve comunque farci riflettere, poiché dimostra che da anni i ragazzi le droghe se le creano. Come del resto accade anche nel resto del mondo, dove abbiamo osservato che laddove c’è stata una contrazione delle risorse economiche e un aumento dei prezzi delle sostanze, chi voleva comunque sballarsi ha fatto “fai da te”.

Dai vostri dati sembra che il consumo di eroina nel nostro Paese sia esploso tra i giovanissimi, raggiungendo livelli che non si vedevano da dieci anni. È così?

La cosa che ci deve far riflettere di quei numeri non è tanto la prevalenza una tantum. Ma quella di uso frequente, ad esempio l’uso quasi quotidiano di cannabis, oppure il consumo bisettimanale di altre sostanze. I numeri infatti ci dicono che aumentano tutti i consumi massicci, che poi sono quelli più a rischio. Credo che i nostri governanti dovrebbero interrogarsi sull’efficacia delle politiche messe in atto negli ultimi anni.

Cosa altro emerge di interessante dai vostri studi?

Un’altra cosa buffa che si vede, sempre tra i frequent users, è la linea delle ubriacature. In sostanza, i ragazzini che mi hanno detto che nell’ultimo mese hanno bevuto così tanto alcol da non reggersi in piedi. Perché era questa la domanda e non se sei stato brillo. Ebbene, quelli delle ubriacature sono i dati più stabili. Nel Vecchio Continente, a differenza di tutte le altre sostanze, siamo tra i Paesi che in questa fascia giovanile hanno il tasso più basso di abusi alcolici. Un dato che dovrebbe farci riflettere, visto che parliamo di una sostanza sulla quale non c’è proibizionismo e per la quale rispetto al resto d’Europa abbiamo un’educazione: per intenderci, l’alcol alimentare, il vino a tavola, che non usiamo per sballare ma a scopo nutritivo.

La crisi economica ha provocato la nascita di nuove sostanze chimiche, super economiche perché derivate da schifezze varie in commercio?

L’esempio lampante è quello del Krokodil in Russia. In sostanza nient’altro che pasticche per la tosse (a base di codeina) sciolte dentro un acido, motivo per cui se te lo inietti e va fuori vena crea gravi danni ai tessuti. Ma la desomorfina la usano quei tossicodipendenti che non hanno più nemmeno i soldi per comprarsi l’eroina e fortunatamente in Italia per ora non siamo a questi livelli. Dai rapporti di polizia emerge inoltre che laddove nel nostro Paese si sono registrati casi di desomorfina cercavano di venderla più cara dell’eroina. Quindi chiaramente non ha attecchito. In Grecia, invece, a causa della crisi economica, hanno tutta una serie di droghe low cost, dato che si fanno di quello che trovano, a partire dalla Sisa creata con il liquido delle batterie d’auto.

Altri dati interessanti?

È interessante a mio avviso fare un ragionamento sui poliutilizzatori. Sappiamo che stiamo parlando di un fenomeno assai complesso, per cercare di comprenderlo abbiamo applicato un modello di cluster analisys fra tutti gli studenti utilizzatori di sostanze illegali, al fine di capire gli stili di consumo. È ancora un’analisi preliminare ma già ci da qualche punto interessante. Non abbiamo considerato chi ha detto di fare uso una sola volta di più sostanze ma coloro che ne usano diverse numerose volte in un anno. Questo perché è corretto considerare poliutilizzatore chi si fuma cannabis tutti i giorni e consuma cocaina magari a Capodanno (cosa che viene fatta spesso quando si analizzano dati simili a questi). In sintesi, tra questi 500 mila ragazzi tra 15 e 19 anni utilizzatori di sostanze illegali abbiamo identificato tre gruppi: il più grande (55%) usa cannabis sporadicamente (una o due volte al mese), il 27% fuma spinelli più di dieci volte l’anno (e solo sporadicamente prova altre sostanze), infine il 18% “zoccolo duro” dei consumatori (quello 0,7% che usa droghe pesanti, circa 16 mila ragazzini) fa uso di più sostanze e lo fa con una frequenza alta, nella maggior parte dei casi associano cocaina-eroina-cannabis-stimolanti. Visti questi risultati, stiamo mettendo a punto alcuni indicatori descrittivi per i modelli di poliabuso, ovvero vogliamo cercare di conoscere meglio questa minoranza di utilizzatori che assume tipologie differenti di sostanze.