Il voto di secondo livello per la città metropolitana non ha sciolto i nodi della politica a Napoli. Ieri lo spoglio ha fotografato un sostanziale stallo: Il Pd vince nei grandi comuni dell’hinterland, la lista Lavoro, Sviluppo, Ambiente-Bene comune (riconducibile alla maggioranza che sostiene la giunta de Magistris) prevale a Napoli città, Forza Italia si piazza quasi sempre al secondo posto (terza a Napoli) ma ha ottimi risultati nei comuni più piccoli. Dei 24 seggi da assegnare nel nuovo consiglio, 7 sono andati al Pd, 5 a Lavoro, Sviluppo, Ambiente, 4 al Ncd-Udc, 1 a Fratelli d’Italia e 7 a Forza Italia. Fino a dicembre dovranno occuparsi di scrivere lo statuto metropolitano che sarà sottoposto all’approvazione della conferenza dei sindaci. L’amministrazione sarà competenza (attraverso atti monocratici) del sindaco di Napoli fino al prossimo voto, a lui la scelta del suo vice metropolitano. Essendo Luigi de Magistris sospeso in base alla legge Severino, il suo posto anche in questo caso sarà occupato dal vice Tommaso Sodano.

Quello che le elezioni hanno fotografato non è il quadro dei territori ma solo gli equilibri politici locali della macroarea partenopea, con il Pd partito più votato e il forzista Antonio Pentangelo re delle preferenze. «Per scrivere lo statuto si devono mettere da parte lotte intestine e aspirazioni personali – ha dichiarato ieri Luigi de Magistris – pensando ai cittadini». Gli arancioni hanno la sedia più importante ma rischiano di essere messi ai margini se il Pd deciderà di allearsi con Ncd.
Una possibilità in campo, viste le prove di dialogo per la prossima tornata elettorale in diverse regioni e in Campania in particolare. «Non è scontato che ci sia una maggioranza di centrosinistra perché questa fase costituente della città metropolitana richiede un ragionamento con tutte le forze politiche» commenta a caldo Domenico Tuccillo, sindaco di Afragola e il più votato nel Pd, uno dei papabili per la carica di vicesindaco metropolitano. E infatti già guarda avanti, proponendo un rapido ritorno alle urne per l’elezione diretta del prossimo sindaco e la necessità di «un riequilibrio nei rapporti tra città e provincia».

Battagliera anche la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione: «Le elezioni mostrano i buoni risultati del Pd anche se con alcuni problemi, come la necessità di dimissioni del sindaco di Napoli, che altrimenti rischia di compromettere anche il funzionamento del nuovo ente». Resta naturalmente il problema dei candidati Pd tutti da trovare. I centristi passano subito all’incasso nel loro stile democristiano: «Ncd-Udc è determinante per qualunque maggioranza. Siamo disponibili a dialogare con chiunque, con il centrodestra ma anche con Sodano, pur ribadendo la nostra netta opposizione al comune di Napoli» spiega Marco Mansueto, il più votato della lista.

Buone notizie per il Pd anche da Salerno, dove Giuseppe Canfora è stato eletto presidente della provincia con il 60,43%. Bene il centrosinistra anche a Benevento, dove alla provincia va Claudio Ricci con il 56% dei voti. Male alla provincia di Avellino dove a sorpresa ha vinto il forzista Mimmo Gambacorta con il 50,39%.