Uomini e soldi per lottare contro il terrorismo, mentre, almeno per il momento, non ci sono interventi legislativi pesanti che possano far pensare a un Patriot Act alla francese. La delicata questione di rendere più facili le intercettazioni da parte dei servizi di intelligence – con l’ipotesi di azioni amministrative, al di fuori del controllo dei giudici – è rimandata a una prossima legge, che sarà discussa ad aprile. Per il lungo periodo, a parole almeno, viene rilanciata la riflessione sulle “zone abbandonate” della Repubblica, a cominciare dalla scuola. Ma, nei fatti, la giustizia usa la mano pesante in questi giorni nelle condanne per “apologia del terrorismo”, denuncia il Sindacato della Magistratura.

Manuel Valls prima, François Hollande dopo, ieri sono intervenuti con alcune proposte per delineare la risposta della Francia agli attacchi terroristici di due settimane fa. Valls ha scelto una soluzione “tecnica”, con alcune misure concrete e una razionalizzazione di altre che erano già sul tavolo. Il governo mette 736 milioni di euro (su tre anni), di cui 246 già nel 2015, con quasi 2700 assunzioni, tra ministero degli interni, della giustizia, delle finanze e della difesa (dove vengono per di più annullate 7600 soppressioni di posti di lavoro previste). Nelle carceri verranno assegnati una sessantina di cappellani musulmani in più e verranno istituiti quattro quartieri di isolamento per i detenuti radicalizzati, sul modello dell’esperimento in corso nella prigione di Fresnes. Il ministro degli esteri, Laurent Fabius, per evitare critiche da parte di Bruxelles (visto che la Francia già sfora il parametro del 3% di deficit ed è sotto la minaccia di “sanzioni” a marzo) ha messo le mani avanti: “la Francia rispetterà gli impegni con la Ue”, ha precisato. Valls ha detto che ci saranno risparmi in altri settori della spesa pubblica.

Manuel Valls ha rivelato che in Francia ci sono oggi tra le 2500 e le 3mila persone da mettere sotto sorveglianza. 1300 sono state in Siria o sono ancora sul posto, altre sono legate a filiere più anziane, in Afghanistan, Pakistan, Yemen, Libia. La sorveglianza non è tutto, pero’, come ha messo in luce l’inchiesta in corso sui fratelli Kouachi, che erano stati intercettati ma nessuno aveva capito la gravità della situazione. Anche Amedy Coulibaly era nel mirino della polizia, addirittura era stato controllato una settimana prima degli attacchi. “Il rischio zero non esiste”, afferma un esperto. Ma Valls ha deciso di rafforzare i servizi, con 1400 assunzioni. Ad aprile ci sarà una legge, che “darà ai servizi i mezzi giuridici per compiere le loro missioni, garantendo al tempo stesso un controllo esterno e indipendente delle loro attività”. Un impegno considerato vago: la legge potrebbe dare maggiori poteri agli investigatori, senza passare per il via libera di un giudice, come succede adesso. Ma Valls non ha voluto anticipare, rimandando la discussione al parlamento, per evitare di sollevare critiche nella maggioranza. Il primo ministro ha invece annunciato la costituzione di una speciale schedatura per chi è implicato in fatti legati al terrorismo, sul modello di quella esistente per i delinquenti sessuali (sotto il controllo di un magistrato). La Francia, senza aspettare decisioni dei partner, metterà già in atto da quest’anno un controllo accresciuto alle frontiere esterne di Schengen e metterà in atto il Pnr (Passenger Name Record) per i voli che la riguardano, anche se la Ue non lo farà (il dossier è fermo all’Europarlamento, che chiede maggiori garanzie per il rispetto della privacy). Ai partner, Parigi chiede pero’ maggiore collaborazione per l’individuazione della propaganda jihadista su Internet.

Hollande, che ieri riceveva per gli auguri il mondo dell’educazione, promette una riflessione per migliorare la trasmissione dei valori repubblicani nelle scuole, dove si sono verificati alcuni incidenti in occasione del minuto di silenzio per le vittime di Charlie Hebdo. La vigilia, Valls aveva parlato di “apartheid” in Francia “territoriale, sociale, etnico”. Una denuncia dei “ghetti” francesi che ha fatto reagire molto negativamente la destra e ha lasciato perplessa parte della sinistra. Per la destra è stata una denuncia “irresponsabile” da parte del primo ministro che si presenta come colui che “parla chiaramente”. A sinistra c’è chi chiede: “come si fa ad aprire gli occhi sui quartieri popolari e al tempo stesso chiudere i finanziamenti per l’avvenire?”. Spezzare i ghetti, favorire i quartieri misti, investire nella scuola (che è già il “primo bilancio”, ha ricordato Hollande): come fare, quando devono essere rispettati i parametri di austerità? La Francia non aveva investito nelle banlieues dopo la rivolta del 2005 e dieci anni dopo è da questi quartieri che è venuto il boomerang dei figli perduti trasformati in jihadisti (i due fratelli Kouachi e Coulibaly sono nati e cresciuti in Francia). La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha deciso di sporgere denuncia contro Fox Tv, che in Usa aveva affermato che esistono a Parigi delle “no go zones”, proibite ai non musulmani.