La debolezza di Hollande sta trasformando il partito socialista in un campo di battaglia, e più che ai vecchi scontri tra correnti si assiste a una lotta tra personalità che dovrebbe avere poco a che vedere con la tradizione della sinistra (ultimo brutto esempio: le primarie socialiste per la candidatura a sindaco di Marsiglia, con la senatrice Ps Samia Ghali cattiva perdente contro Patrick Mennucci, che ha lasciato fischiare Hollande e il governo dai suoi sostenitori). Ieri, la destra ha chiesto al primo ministro Jean-Marc Ayrault di chiedere la fiducia, per verificare se la maggioranza esiste ancora all’Assemblea.

Ma questo indebolimento del Ps non va a vantaggio della sinistra della sinistra. Anche il Front de Gauche sta attraversando una grossa crisi. L’episodio che potrebbe preludere all’esplosione di questa formazione politica è stato il voto dei militanti del Pcf a Parigi, che per le municipali di marzo hanno scelto l’alleanza con il Ps fin dal primo turno. Contro la posizione del leader del Front de Gauche, Jean-Luc Mélenchon, che ha parlato di “tradimento”. Pierre Laurent, segretario del Pcf, aveva indicato di preferire l’alleanza con il Ps fin dal primo turno e i simpatizzanti lo hanno seguito al 57%. Il Pcf è da anni in declino, ma l’alleanza con il Ps nel 2001 e nel 2008 gli aveva permesso di assicurarsi un certo numero di seggi. Mélenchon afferma che il voto a Parigi non è significativo, perché “nei nove decimi delle città di Francia con più di 20mila abitanti ci sarà una lista Front de Gauche al primo turno”. In alcune città, come a Rennes o Grenoble, il partito di Mélenchon ha strutturato “un fronte di nuovo tipo”, cioè senza il Pcf ma assieme a Europa Ecologia, intesa peraltro esclusa a Parigi. Ma si tratta di casi isolati, che non permettono di sperare nell’avvenimento di una “maggioranza alternativa”, malgrado le tensioni sempre più forti tra Ps e Verdi, che hanno due ministri nel governo Ayrault.

Mélenchon spera nella protesta, ha sostenuto i liceali che hanno manifestato per il ritorno di Leonarda in Francia, ha appoggiato la protesta, restata pero’ molto limitata, contro la riforma delle pensioni che aumenta ancora gli anni di contributi, adottata il 15 ottobre. Il Pcf è rimasto un passo indietro in queste battaglie (con gli studenti la corrente passa poco, mentre sulle pensioni i comunisti devono fare i conti con la divisione sindacale). Sul piano elettorale, il Front de Gauche deve ancora curare la piaga rappresentata dal recente voto di Brignoles, dove il loro candidato, sostenuto anche dal Ps, è stato eliminato al primo turno e al ballottaggio ha vinto il Fronte nazionale contro la sfidante Ump. Per Eric Coquerel del Front de Gauche, Brignoles è l’esempio del rischio di un’alleanza con il Ps, partito al governo: “il candidato del Pcf è stato assimilato alla politica del governo”. Il Front de Gauche non riesce a incarnare l’opposizione a Hollande, posto occupato con sempre maggiore forza dal Fronte nazionale. Mélenchon, che alle ultime legislative aveva scelto di sfidare direttamente l’estrema destra e di porsi come l’unica alternativa a questa deriva, ammette ora che l’estrema destra sta vincendo “in buona parte” la battaglia ideologica. Ha fatto molto discutere e impaurito un recente sondaggio che dà il Fronte nazionale al 24% alle prossime europee, destinato a diventare il primo partito di Francia. Per il Pcf, il Parti de Gauche di Mélenchon fa un “errore di apprezzamento dei rapporti di forza poltici nazionali. Avevano previsto un crollo del Ps che sarebbe andato a vantaggio del Front de Gauche. Invece stiamo assistendo a una depressione di tutta la sinistra. E questo rischia di finire male per tutti”.