Molto presto il Donbass potrebbe non essere più l’unico fronte aperto della guerra in Ucraina. Se gli attacchi ucraini di questi giorni e le dichiarazioni dei politici di Kiev sono davvero, come sostengono in molti, un modo per preparare il terreno alla controffensiva verso Kherson e il suo territorio, a breve potremmo assistere a un nuovo colpo di scena nello sviluppo del conflitto.

Ieri fonti ucraine hanno dichiarato di aver effettuato un attacco missilistico a lungo raggio contro le forze e le attrezzature militari russe di stanza a Nova Kakhovka, nella regione di Kherson. Il bombardamento ha colpito un deposito di munizioni che è saltato in aria producendo forti esplosioni, come mostrano diversi video on-line.

Secondo i portavoce del Comando sud di Kiev 52 soldati russi avrebbero perso la vita. È significativo notare che a sparare sarebbero stati i nuovi sistemi di lancio multiplo HiMars forniti dagli Stati uniti qualche settimana fa e che gli ucraini starebbero integrando stabilmente nella propria strategia d’attacco.

IL MINISTRO DELLA DIFESA ucraino, Oleksyi Reznikov, nei giorni scorsi aveva annunciato chiaramente che l’obiettivo di Kiev è riconquistare i territori costieri sul Mar Nero con una controffensiva che prevede l’impiego di centinaia di migliaia di truppe (quasi un milione, secondo alcuni funzionari della difesa).

Il territorio di Kherson, infatti, oltre a essere di fondamentale importanza strategica per le comunicazioni terrestri e fluviali del Paese, ospitava un’industria agricola fiorente e permetteva all’Ucraina di controllare la vicina Crimea, poco più a sud, sotto il controllo di Mosca dal 2014. «Siamo pronti» aveva spiegato Reznikov, mentre la vice-premier del suo governo, Iryna Vereshchuk aveva invitato la popolazione «a evacuare con urgenza».

Tuttavia, secondo Vladimir Leontyev, capo dell’amministrazione militare-civile del distretto russo di Kakhovka, citato dall’agenzia di stampa russa Tass, i risultati dell’attacco ucraino di ieri non sarebbero così eclatanti dal punto di vista militare. Leontyev non cita un obice Msta-B, un mortaio e sette veicoli blindati, come ha fatto il comando ucraino, ma sostiene che almeno sette persone sono state uccise e circa 60 ferite in un attacco che ha colpito infrastrutture civili.

Le esplosioni sarebbero state originate dal salnitro (usato per produrre fertilizzanti o polvere da sparo) contenuto nei magazzini colpiti dagli ucraini. Tuttavia, le immagini pubblicate dagli stessi residenti ucraini della regione occupata sembrano confermare la tesi del deposito di munizioni.

IN UNO STRANO capovolgimento di fronte, fonti russe hanno ha accusato l’Ucraina di bombardare la propria popolazione in un territorio di cui ha perso il controllo. Kiev dal canto suo afferma di star effettuando il maggior numero possibili di evacuazioni dai territori interessati e accusa la Russia di attuare una politica di «stampo imperiale», riferendosi alle campagne zariste ottocentesche.
In quest’ottica si può interpretare il tentativo di introdurre il rublo a Kherson, la campagna di rilascio dei passaporti russi ai residenti della regione, oltre che la volontà di indire un referendum per l’adesione della regione alla Russia, più volte annunciata ma non ancora portata a compimento.

NEL FRATTEMPO, continua l’offensiva russa in Donbass. Ieri il governatore dell’oblast di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha dichiarato che circa l’80% della popolazione è stata evacuata dalla sua regione. Al momento resterebbero circa 340 mila persone, ovvero il 20% della popolazione locale prima dell’inizio dell’invasione russa. Inoltre, Kyrylenko ha ammesso che la presenza delle truppe russe nei pressi dei centri strategici della regione, Bakhmut Siversk Sloviansk e Kramatorsk, si è «significativamente rafforzata».

SIA QUESTE AREE sia altri centri in tutta la regione sono sottoposti a continui bombardamenti da parte dell’artiglieria russa in quella che, secondo gli analisti internazionali, è una tattica per preparare il terreno prima dell’avanzata via terra. Ad oggi, però, nessuna di queste aree strategiche sarebbe sul punto di cadere anche se la Tass russa ha dichiarato che le forze del Cremlino avrebbero quasi completato l’accerchiamento di Siversk.

Anche la città meridionale di Mykolayiv, a circa 120 km da Odessa, è stata colpita all’alba di ieri e almeno 12 persone sono rimaste ferite in un attacco che ha colpito vari edifici civili e una delle caserme militari più grandi della città. Al momento non si registrano vittime.