L’ex vicepresidente e attuale candidato alla Casa Bianca in cima ai sondaggi Joe Biden ha fatto una clamorosa gaffe su un tema delicato come il razzismo: per lodare la sua capacità di relazionarsi con chiunque, Biden ha citato come esempio i suoi rapporti con due senatori degli anni ’70 , James Eastland e Herman Talmadge, noti per le loro posizioni contro e non a favore delle leggi che hanno messo fine alla segregazione razziale.
UNCLE JOE, denunciando la rigida polarizzazione di questo tempi in cui non ci si parla più l’uno con l’altro, ha parlato di un «modello di civiltà del passato», quando al Senato anche gli acerrimi avversari politici non si rapportavano da nemici, ed ha ricordato i bei vecchi tempi e l’ottimo rapporto con i due senatori nonostante le reciproche posizioni politiche tanto diverse.

Al di là dell’intrinseca senilità del discorso di Biden, proprio perché questi tempi non sono quei tempi, la dichiarazione ha creato un piccolo putiferio tra gli altri candidati, cominciando da Bill De Blasio, sindaco di New York che su Twitter ha postato una foto con la moglie (afroamericana) e i due figli, ricordando come per Talmadge e Eastland le famiglie come la sua avrebbero dovuto essere illegali ed ha accusato Biden di non essere in linea con i valori moderni del loro partito. Molto critico anche il senatore afroamericano Cory Booker che ha definito un «grave errore» le parole di Biden, e sulla stessa linea è anche il socialista Bernie Sanders che ha detto: «Biden deve chiedere scusa, sono d’accordo con Booker. È più che mai necessario in tempi in cui l’amministrazione Trump sta cercando di dividere il Paese con i suoi appelli razzisti».

CRITICHE sono arrivate anche dalle senatrici Elizabeth Warren e Kamala Harris, ma Biden non ha sentito ragioni ed ha replicato mantenendo la posizione: «Scusarmi per cosa? – ha detto l’ex vice di Obama – È Booker che dovrebbe chiedere scusa. Io mi candidai al Senato proprio perché ero anti-segregazionista. Loro lo sanno bene; nel mio corpo non c’è un solo osso razzista, sono stato coinvolto nella lotta per i diritti civili per l’intera mia vita».

LA GAFFE è arrivata in un brutto momento per Biden in quanto proprio in questi giorni il sottocomitato della Camera giudiziaria è tornato a parlare della legge nota come «reparation act», vale a dire ciò che il governo federale deve ai discendenti degli schiavi,ascoltando testimoni e legislatori. A deporre davanti ai deputati, lo stesso Cory Booker, attivisti come l’attore Danny Glover, e lo scrittore Ta-Nehisi Coates, il cui saggio uscito nel 2014 sulla rivista The Atlantic ha riaperto la discussione. Il leader repubblicano Mitch McConnell, ha detto che finché il suo partito avrà la maggioranza al Senato, non ci saranno risarcimenti perché «sarebbero un insulto ai neri mettere un prezzo alla sofferenza dei loro antenati».