Il 26 maggio sarà un giorno cruciale per la Spagna in cui il contemporaneo svolgimento delle elezioni municipali, europee e di molte autonomiche (regionali) chiuderà un lungo ciclo elettorale apertosi con le recenti elezioni politiche nazionali. La partita del governo nazionale ancora non si è risolta e, tramontata l’idea di un accordo Ciudadanos-Psoe caldeggiato solo dai poteri forti, le due possibilità in campo rimaste sono: un governo monocolore Psoe di minoranza (come vorrebbe Sánchez) oppure un governo di coalizione con Unidos Podemos (come vorrebbe Iglesias). Sullo sfondo, dopo il tracollo elettorale del Pp, il campo della destra si scopre balcanizzato più che mai, con Rivera pronto a conquistarne la leadership. In questo quadro, il 26 maggio assume un triplice valenza per la sinistra che deve tenere a distanza la destra ed evitarne altre vittorie come quella delle regionali in Andalusia; confermare e aumentare il risultato di Unidos Podemos per rafforzare la prospettiva di un governo di coalizione; riconfermare le esperienze di municipalismo progressista guidate dalle colazioni di unità popolare come a Madrid e Barcellona.

A MADRID, 4 ANNI FA il trionfo di Manuela Carmena rappresentò la rottura con venti anni di governo del Partito Popolare che avevano reso Madrid un laboratorio privilegiato delle politiche neoliberiste e della corruzione.

Le feroci alchimie di mercato unite a una gestione affaristica della spesa pubblica avevano ridotto la capitale sul lastrico, con un debito elevatissimo e la difficoltà di garantire servizi essenziali. Grazie alla forza del movimento (Ganemos Madrid) e della sinistra unita (da Iu a Podemos), sull’onda degli Indignados, Manuela Carmena ha rappresentato il volto rassicurante capace di canalizzare l’ondata di indignazione cittadina guidando la lista Ahora Madrid. Un’esperta avvocata del lavoro, magistrata e scrittrice, da sempre in prima fila nelle battaglie contro la corruzione e per i diritti del lavoro, femminista, politicamente non molto distante dal Psoe, capace di conquistare consenso anche nei settori più moderati e di condurre la sinistra a una sorprendente vittoria. L’esperienza del suo governo si è caratterizzata per una decisa inversione di marcia sui temi della trasparenza, del welfare, della sostenibilità ambientale e della cultura, riuscendo contemporaneamente a risanare il bilancio dell’ente.

La macchina del welfare cittadino si è rimessa in moto con esperimenti molto interessanti sulle politiche di cura, mentre l’operazione «Madrid Central» ha definito un riassetto della mobilità cittadina finalizzato alla diminuzione delle emissioni.

IL PROFILO DI CARMENA, tranquillizzante e trasversale, è un segno distintivo di uno stile di governo con molte luci ma che ha spesso preferito evitare il conflitto aperto con il governo nazionale e altre istituzioni di colore politico opposto. Proprio la rimozione del principale protagonista del risanamento del bilancio, l’assessore di Izquierda Unida Carlos Sanchez Mato, che avrebbe voluto aprire uno scontro con il governo disobbedendo alle regole dell’austerità, assieme all’accusa di scarsa incisività nel contrastare le politiche di speculazioni edilizia da parte di alcuni settori della sua maggioranza, portano a una rottura tra Carmena e la parte più movimentista della sua maggioranza. Tuttavia la popolarità di Carmena non sembra essere diminuita, grazie anche a un indiscutibile quanto peculiare capacità comunicativa, la sindaca ha alimentato progressivamente una maggiore indipendenza dai partiti della sua stessa coalizione culminando con la costituzione di un vero e proprio partito (Mas Madrid) centrato sulla sua figura, in cui è converso l’allora numero 2 di Podemos Inigo Errejon spaccando lo stesso Podemos.

Oggi Carmena si presenta alle elezioni con i favori del pronostico, sfidata a sinistra da Madrid en Pie (Izquierda Unida e settori di movimento) guidata proprio da Sanchez Mato, con Podemos che non presenterà una lista autonoma pur non candidando nessuno nelle liste di Mas Madrid e con il partito Socialista che presenta l’ex allenatore della nazionale spagnola di basket Pepu Hernández.

SECONDO I SONDAGGI, Carmena dovrebbe risultare nuovamente la più votata dai madrileni ma bisognerà vedere se la sinistra tutta riuscirà a conseguire la maggioranza necessaria a scongiurare un governo della destra unita, tutt’ora impegnata in una furiosa crociata contro il femminismo e i diritti della comunità Lgbtq, permettendole di governare nuovamente. Per Madrid il 26 maggio potrebbe continuare un esperimento municipalista che tra molte luci e qualche ombra ha riscattato la dignità stessa dell’ente, respingendo l’assalto della destra e inviando contemporaneamente un messaggio forte al partito socialista restio a comprendere che la maggioranza progressista spagnola non si articola più nelle maglie strette di un bipartitismo ormai defunto. Carmena, il suo stile e la sua capacità di consenso trasversale, assieme alla sua positiva esperienza di governo, sembrano il valore aggiunto per conquistare quella maggioranza necessaria per fermare la destra ma, dall’altra parte, la nuova bolla edilizia e lo strapotere dei grandi fondi finanziari che stanno acquistando interi quartieri necessiteranno di politiche molto più incisive e coraggiose di quelle della sua prima legislatura.