Una risposta «asimmetrica, rapida e dura» alle provocazioni. Con queste parole Putin, durante il discorso di ieri all’Assemblea federale, ha fatto riferimento alle tensioni tra Mosca e la comunità internazionale, andate crescendo nelle ultime settimane a causa della vicenda Navalnyj, dell’escalation militare nel Donbass e delle nuove sanzioni imposte dagli Usa.

Un intervento incentrato su questioni interne – pandemia , cambiamento climatico e prezzi dei generi alimentari – ma in cui non sono mancati i moniti alla comunità occidentale, invitata a «non oltrepassare la linea rossa» con la Russia. Nessun riferimento all’oppositore Aleksej Navalnyj e alla situazione nel Donbass, dove le tensioni rimangono elevate dopo l’escalation militare delle ultime settimane. Un duro attacco nei confronti dell’Occidente è arrivato invece in relazione al recente tentativo di colpo di Stato in Bielorussia ai danni dell’alleato Aleksandr Lukashenko: una questione che, secondo Putin, avrebbe meritato una condanna da parte della comunità internazionale che invece non è arrivata. «Nessuno sembra accorgersene, e tutti fingono che non sia successo nulla: è caratteristico che simili azioni non siano state condannate dall’Occidente», ha affermato, aggiungendo che i colpi di Stato «superano ogni confine».

Una deriva «pericolosa» che Putin ha imputato alla pratica di «imporre la propria volontà agli altri con la forza»: un chiaro riferimento alle sanzioni internazionali.

Si susseguono, nel frattempo, i fermi in tutto il Paese nel quadro delle proteste contro la detenzione di Navalnyj, le cui condizioni in carcere si sono aggravate negli ultimi giorni dopo l’entrata in sciopero della fame il 31 marzo scorso. Due importanti arresti sono avvenuti ieri mattina: ad essere fermate Ljubov Sobol (rilasciata in serata), avvocato della Fondazione per la lotta alla corruzione, e la portavoce di Navalnyj Kira Jarmysh, mentre le organizzazioni non governative riferivano nella serata di ieri di oltre 400 fermi in più di 60 città in tutto il paese. Numeri che sembrano evidenziare una partecipazione minore alle proteste rispetto a gennaio, complice forse il discorso alla nazione di Putin. Divergenti anche le stime diffuse dalle autorità russe e dallo staff di Navalnyj in relazione al numero dei partecipanti: i funzionari di polizia hanno riferito di circa 4.500 persone a San Pietroburgo e 6.000 a Mosca, dove al corteo hanno preso parte anche il fratello di Navalnyj, Oleg, la madre Lyudmila e la moglie Julia. Stime che sono state definite «ridicole» dallo staff dell’oppositore.