Lo striscione contro Blangiardo

I lavoratori dell’Istat e buona parte del mondo accademico contro la nomina di Gian Carlo Blangiardo, l’uomo che parla di «ondata migratoria in Italia». Nel momento in cui il presidente in pectore indicato dal governo viene ascoltato in parlamento, la storica sede dell’Istituto nazionale di statistica viene coperta dallo striscione: «Istat indipendente, stop Blangiardo». Calato dal tetto dopo un’assemblea di lavoratori in cui sono state spiegate le motivazioni della contrarietà di quasi tutti i rappresentanti sindacali dei 2.200 dipendenti, è stato rimosso dalla polizia dopo la richiesta del direttore generale Tommaso Antonucci.

LA PARTITA PER L’ELEZIONE di Blangiardo però è tutt’altro che chiusa. Per ratificarla serve che le commissioni riunite Affari costituzionali di Camera e Senato votino a favore con una maggioranza qualificata dei due terzi. Dando per scontati i voti della Lega e di Fratelli d’Italia, che lo appoggia per le posizioni contro i migranti, e per probabili – con qualche mal di pancia – quelli del M5s, per arrivare al quorum servono quelli di Forza Italia che in cambio punta ad ottenere concessioni sulla legge di bilancio.

Chiaro dunque che l’audizione di ieri del professore di Demografia alla Bicocca di Milano fosse molto attesa. Le posizioni di Blangiardo sul fenomeno migratorio, sulla legge 194 e alcune sue interviste ed interventi hanno portato ad una petizione on-line per chiedere che non sia a capo dell’Istat. «In pochi giorni abbiamo racconto oltre 2.500 firme – spiega Lorenzo Cassata, rsu della Flc Cgil – hanno firmato autorevoli professori di statistica ed economia e molti dirigenti dell’Istat in pensione. Nessuno invece tra gli attuali dirigenti, quasi tutti in scadenza ad aprile, a partire dal direttore generale. A Blangiardo contestiamo di essere intervenuto anche dopo la sua nomina del 11 novembre perfino alla scuola di formazione della Lega, partito che lo sponsorizza».

«LA NOSTRA PETIZIONE e il nostro giudizio è tecnico – spiega Davide Di Laurea (Usb) – contestiamo tutta una serie di mistificazioni sulla demografia, un uso distorto dei dati per propaganda politica come quelli sull’invasione di migranti». «Spero che nessuno si scandalizzi ma mi chiedo dov’è la comunità internazionale della statistica? Perché non interviene? Forse perché quello che viene definito “l’autorevole demografo Blangiardo” non pubblica su riviste scientifiche da anni».

POCHI MINUTI PIÙ TARDI Blangiardo si è presentato in commissione, ha illustrato le sue posizioni e poi ha risposto alle domande. Ha cercato di ribattere alle accuse con scarso successo e ha comunque ribadito gran parte delle sue posizioni. «Ho la tessera dell’Arci, due figlie e due nipotini di colore. Per questo mi stupisco quando mi danno del razzista». Sul «tema centrale e delicato dell’immigrazione l’Istat ha sempre fornito elementi corretti e utili alla conoscenza del fenomeno, ciò che a volte è mancato nel dibattito e che io come studioso ho sempre sentito il dovere di rimarcare, è una lettura onesta dei dati che Istat propone su questo tema». Altre parole che ripetono però il concetto altre volte dallo stesso Blangiardo: «In materia di ondata migratoria il peggio deve ancora venire: se non facciamo niente nei prossimi 20-30 anni la bomba demografica africana travolgerà l’Europa». Una affermazione corredata da un dato strumentale: «nel 2016 l’Italia è stata il paese europeo con più acquisizioni di cittadinanza: 200mila», ma si è trattato di un unicum storico, visto che nel 2017 sono calate a 140mila.