Avrebbero dovuto prendere possesso dell’alloggio popolare che gli era stato regolarmente assegnato dal Comune, ma sono stati costretti a rinunciare alla casa per le minacce degli abitanti del quartiere.

Vittima dell’ennesimo episodio di razzismo nella capitale è una famiglia rom che ieri mattina si è presentata in via Santa Rita da Cascia, a Tor Bella Monca, nelle periferia romana, insieme a un funzionario dell’Ater che avrebbe dovuto formalizzare l’assegnazione. La procedura è stata però interrotta però dall’arrivo nell’appartamento di un gruppetto di abitanti del quartiere, tra cui alcune donne, che hanno cominciato a gridare contro la famiglia arrivando perfino a minacciarla: «Uscite da questa casa altrimenti ci saranno conseguenze», avrebbero urlato a quanto hanno appreso i carabinieri.

Vista la situazione alla famiglia rom non è rimasto altro da fare che rinunciare alla casa e sporgere denuncia ai carabinieri per quanto accaduto.,
Non è certo la prima volta che a Roma si vedono episodi simili, alimentati spesso dalla presenza di gruppi di estrema destra. Solo quest’anno sono stati almeno tre i casi analoghi. Il 2 aprile circa 300 abitanti di Torre maura, altro quartiere periferico di Roma, hanno inscenato una violenta protesta contro l’arrivo di u centinaio di rom nel centro di accoglienza per casi fragili aperto dal Comune nel quartiere. «Quei bastardi devono bruciare»M hanno gridato i manifestanti che poi hanno distrutto il cibo destinato alle famiglie rom.

Passa appena una settimana e a Casal Bruciato c’è una nuova protesta, questa volta contro l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom. Stesse scene di violenza, stesse urla e minacce: «Noi gli zingari non li vogliamo, quella casa deve andare a un italiano». Sempre Casal Bruciato è teatro di una nova protesta l’8 maggio, sempre per l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom di 14 persone. La sindaca Virginia Raggi viene insultata dalla folla per aver fatto visita e solidarizzato con la famiglia.