Come previsto l’Italia continuerà ad addestrare la cosiddetta Guardia costiera libica. Dopo il voto della Camera ieri è arrivato il via libera anche da parte del Senato alla risoluzione del governo sulle missioni internazionali, compresa quella che prevede, con una spesa di 10,5 milioni di euro, il supporto ai miliziani di Tripoli. Contro questa missione, per la quale si proceduto con un voto separato, si sono espressi 25 senatori e uno si è astenuto.

Protesta delle opposizioni per essersi vista negata la possibilità di votare una risoluzione firmata dall’ex M5S Gregorio De Falco e da altri dieci senatori e con la quale si chiedeva di bloccare sia i finanziamenti alla cosiddetta Guardia costiera libica che quelli alla missioni navali Irini, Mare sicuro ed Eubam Lybia esclusivamente nelle parti in cui sono previsti finanziamenti e addestramento diretti alla Marina del Paese nordafricano. «La risoluzione è stata estromessa dalla votazione», ha protestato De Falco dopo aver ricordato che i miliziani di Tripoli sono di fatto sotto il comando della Turchia. I senatori di Alternativa c’è hanno poi occupato i banchi del governo, cosa che ha portato la presidente di turno Anna Rossomando a sospendere la seduta per cinque minuti.

«Invece di criminalizzare chi salva le persone in mare – ha detto la senatrice Emma Bonino alla ripresa del dibattito – noi dobbiamo spezzare qualunque connivenza a terra sul territorio libico. Tutti sappiamo cosa succede: chiunque venga salvato viene riportato nei lager, si chiamano così». Contro la «Scheda 48», quella relativa all’addestramento della Guardia costiera libica, hanno votato anche i dem Verducci, Nannicini e D’Arienzo. Italia viva ha invece votato a favore della risoluzione del governo anche se per la vicecapogruppo Laura Garavini «il nostro impegno in Libia va rivisto e ripensato».