Molta dell’attuale produzione discografica dedicata alla canzone dialettale può sembrare un far il verso ad un’epoca d’oro in cui la riscoperta di canti dimenticati voleva dire esplorare modi e stili comunicativi liberi. Ma non è sempre così, soprattutto quando si coniuga studio costante della tradizione e desiderio di sperimentare nuove soluzioni vocali. Questo sembra dire l’ascolto del nuovo album della cantante piemontese, interamente dedicato, alla canzone lombarda di protesta, amore, baldoria e lavoro: avendo però come riferimento più prossimo e dichiarato l’antologia allestita da Nanni Svampa e il repertorio del Nuovo Canzoniere Italiano che ruotava intorno al leggendario spettacolo Bella Ciao. Dunque un disco aperto a soluzione altre, non solo legato al folk revival, ma a repertori come quello del primo Jannacci o dello stesso Svampa con I Gufi. Tuttavia la pratica del ricalco si ferma alla raccolta; mentre la novità del disco è rappresentata dall’intensità della voce della Meschia e dagli arrangiamenti jazz delle canzoni.