«Contro il vertice dell’ipocrisia. Scuola per tutti precarietà per nessuno». Così recitava lo striscione che ha aperto, ieri, il secondo e ultimo corteo contro il vertice su sviluppo e diritti sociali che ha riunito a Torino i ministri del Lavoro europei. In piazza, studenti, precari, sindacati di base (Usb, Cub, Si Cobas), militanti dei centri sociali, ma anche bandiere No Tav, di Rifondazione e di Sinistra anticapitalista. In tutto diverse centinaia di persone, sorvegliate da un imponente schieramento di forze dell’ordine. Il corteo ha percorso le vie del centro passando vicino al Teatro Regio, sede del summit conclusosi poco prima.

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Sulla manifestazione ha pesato lo spettro degli scontri del giorno prima tra studenti e polizia, avvenuti a margine dello sciopero regionale della Fiom, che aveva portato in piazza diecimila tute blu. A metà percorso, il furgone in testa al corteo si è fermato e una giovane militante di Askatasuna ha letto una lettera aperta agli operai della Fiom, firmata da «precari, studenti e giovani in piazza contro il vertice». Un testo duro soprattutto nei confronti del segretario della Fiom, Maurizio Landini: «Ci rivolgiamo a tutti voi, ma soprattutto a chi, tra voi, la pensa diversamente da noi. Con un’eccezione: Landini. Troppo sfacciato è stato il suo comportamento ieri mattina, troppo indifferente, menefreghista, ipocrita, calcolato. Ha avuto l’atteggiamento di chi non vuole vedere la realtà, anzi dalla realtà sociale odierna è completamente alienato». E ancora: «Ci ha immediatamente “condannati”, manco fosse Gesù Cristo, perché avevamo osato “turbare” il suo comizio: per questo saremmo stati degli “sciocchi”. Per quanto ancora continuerete a credere alla favoletta che raccontano tutti i sindacalisti, cioè che i giovani sono “provocatori” usati dalla polizia, che dietro di noi c’è il governo, c’è il complotto e la strategia della tensione? Confrontiamoci da compagni, ma a partire da pratiche reali di conflitto, non dalla pantomima di sindacalisti che devono poi candidarsi alle europee. E non veniteci a dire che ci siamo fatti scudo di voi».

La Fiom, in realtà, scesa numerosissima in piazza, venerdì ha passato il pomeriggio successivo agli scontri a polemizzare con la Questura per una reazione delle forze dell’ordine considerata troppo eccessiva. Sottolineando, nelle parole di Landini, come sia importante non dividere i lavoratori: «Dobbiamo opporci alla contrapposizione tra lavoratori e lottare per l’estensione dei diritti a chi non ce l’ha».