Dopo il presidio della scorsa settimana sotto il ministero della Salute, i precari «storici» di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, presidio fondamentale durante la pandemia perché monitora i piani sanitari delle Regioni su terapie intensive e assistenza territoriale, sono tornati nuovamente a mobilitarsi. Ieri mattina alla Camera a sostegno di un emendamento di Leu che, se approvato, disporrebbe l’immediata stabilizzazione dell’intera platea dei precari, almeno 70 hanno il contratto in scadenza il 31 dicembre.

Personale qualificato che lavora da decenni che rischia di andare disperso proprio quando con il Recovery Fund si punta a migliorare la sanità. Una delegazione dei precari e delle Clap, camera del lavoro autonomo e precario, è stata ricevuta da Stefano Fassina: «Sull’emendamento ci sono rilievi critici del ministero della Pa, ma si sta cercando una soluzione anche perchè sono state trovate le risorse per la stabilizzazione», commenta il deputato di Leu.

Per il coordinatore delle Clap Francesco Raparelli «è assurdo e inaccettabile che chi lavora da oltre un decennio in un settore decisivo come la sanità rischi il posto di lavoro nel pieno della pandemia. Se l’emandamento non passerà la lotta andrà avanti».