Dopo più di due anni di polemiche e vari passaggi tra le due Camere, senza mettere fine ai conflitti, ieri l’Assemblea nazionale ha avuto l’ultima parola sulla legge contro il sistema di prostituzione: la Francia punirà ormai i clienti.

Se colti sul fatto, i clienti dovranno pagare una multa di 1.500 euro, che salirà a 3.750 in caso di recidiva. Il giudice potrà inoltre obbligarli a seguire uno stage di sensibilizzazione sul problema dello sfruttamento della prostituzione. La punizione del cliente è già in atto in Svezia, Norvegia e Islanda. Con la nuova legge, viene abolito il reato di adescamento, introdotto ai tempi di Sarkozy, che puniva le prostitute, senza toccare il cliente.

La nuova legge prevede anche un percorso di uscita dalla prostituzione, con un aiuto sociale e finanziario (400 euro al mese) e un permesso di soggiorno di sei mesi (rinnovabile) per le immigrate sans papiers (l’80% delle donne che si prostituiscono per strada risultano immigrate, in particolare rumene, nigeriane, con una forte presenza di cinesi). Il governo per il 2016 ha stanziato 4,8 milioni di euro come fondo di prevenzione della prostituzione.

In Francia, la stima è che ci siano tra 20mila e 40mila prostitute. La nuova legge, che ha un fine abolizionista, non ha spento le polemiche. Sono d’accordo associazioni abolizioniste, come il Nid, che sottolineano i drammi della tratta di esseri umani, delle nuove forme di schiavitù. Sul fronte opposto, si è per esempio schierata contro la punizione del cliente l’associazione Médecins du Monde, che con i Lotus Bus interviene sul terreno a sostegno delle prostitute. Secondo Mdm, le prostitute finiranno per doversi nascondere ancora di più di quanto non facciano adesso, ci saranno meno clienti e quindi dovranno lavorare più ore. Inoltre la legge avrà difficoltà a intervenire sulle nuove reti di prostituzione, basate su Internet.

Maitresse Gilda, portavoce del sindacato Stras (Sindacato del lavoro sessuale) ieri era in piazza, agli Invalides, a protestare contro il nuovo testo di legge: «Non cambierà nulla rispetto alle molestie della polizia, finora gli arresti, fatti con la scusa dell’adescamento, erano nei fatti dei controlli sui permessi di soggiorno, che continueranno». La polizia è scettica, «abbiamo altro da fare» riassume un sindacalista del Force ouvrière. Con la nuova legge, che abolisce il reato di adescamento, molti comuni dovranno rivedere le circolari anti-prostituzione, che negli ultimi anni si sono moltiplicate, per la pressione dei residenti.