Facciamo il punto. La campagna elettorale ha bellamente ignorato il tema agricolo, come se non mangiassimo, non vivessimo di territorio, non esistessero le campagne.
Dal pallottoliere delle maggioranze possibili, laddove si formasse un governo, potrebbero però emergere sensibilità utili a un ripensamento del sistema agroalimentare che dia spazio a filiere locali e corte, avvio di una concreta transizione di abbandono dei pesticidi, ribadita chiusura agli Ogm, reddito e qualità di vita degli agricoltori, investimento sulla sostenibilità dei sistemi agrari. Sistemi per i quali il biologico può fare da mosca cocchiere.
Auspici, più che scenari, ma non così inverosimili e comunque in linea con quanto si muove nel dibattito scientifico e sulle politiche in ambito internazionale.
Per dirne alcuni di recenti e di imminenti.
È appena uscito l’annuale report FAO-OCSE sulle proiezioni decennali di produzione e consumo di alimenti nel mondo. Il rapporto mette una (temporale) pietra tombale sul produttivismo a ogni costo, in ragione di una previsione di crescita rallentata della domanda per tutte le commodity agricole, salvo lo zucchero e il lattiero-caseario. Crescita produttiva, demografica e dei consumi si mantengono dunque entro ampi margini di sicurezza, tanto che il rapporto invoca politiche vocate alla sostenibilità, anche approfittando del rallentamento produttivo. Malthus si girerà nella tomba e così i soloni che spingono per l’ipertecnologizzazione agricola e il rigetto del biologico dipinto come elitario e affamante le masse. Senatrici a vita, in testa.
Intanto la FAO si prepara a ospitare ai primi di aprile il secondo Simposio Internazionale sull’Agroecologia, facendo seguito al primo del 2014 e agli incontri promossi in tutti i continenti (Europa inclusa, cosa per certi versi straordinaria per un’Organizzazione vocata al Sud globale). Non solo, lo stesso governo cinese ha promosso ad agosto 2016 insieme alla FAO uno specifico appuntamento nazionale sull’agroecologia per avviare la riconversione del suo sistema agrario, insostenibile per costi e impatti su salute e ambiente.
Sempre in ambito FAO, la Conferenza interministeriale dell’Europa e Asia Centrale che la Russia ospiterà a maggio, avrà come tema principale la sostenibilità agricola e del sistema alimentare: spoilerando i documenti preparatori, al centro della discussione ci saranno gli approcci agroecologici, anche e soprattutto incardinati sul biologico.
Forse avremo presto un governo, forse a composizione originale, forse con rinnovate priorità, ma chiunque raccogliesse le redini del Paese dovrebbe tenere in massima considerazione gli elementi di analisi e di prospettiva che vanno maturando verso una convinta transizione volta alla rigenerazione dei sistemi agrari in chiave di compatibilità ambientale e di centralità sociale per i poli di produzione e consumo.